FIORENTINA, Cercasi 2 disperatamente
Dai tanti giri di campo e di parole serve un solo colpo, uno solo: quello da trasferta. Chiamasi "colpaccio", 2 in schedina, vittoria esterna, di certo la Fiorentina avrebbe bisogno di questo per riappropriarsi dell'identità di un tempo, quella del sapersi imporre ovunque e comunque. Considerando come punto di partenza la vittoria delle vittorie (Juventus- Fiorentina 2-3 del 2 marzo scorso), ecco, da allora a oggi la Fiorentina ha raccolto solo 3 successi sui 12 incontri (fra campionato ed Europa) disputati in casa altrui. Poco. Per questo serve la valigia (e la faccia) dei duri. Verona, ora, sa di prima tappa del Nuovo Rilancio: anche lì, nel Chievo, è di casa un Frey (Nicholas, difensore, fratello di Seba); e anche lì, volendo, vorrebbero raddrizzare una situazione che come in viola sa di trasformazione in atto. Prandelli ragiona sul turnover, forze fresche ma anche facce intoccabili, eppure il suo pensiero è quello di dare un segnale che possa far arrivare la Fiorentina più serena e convinta alla sosta: tre punti fuori, altri numeri non se ne devono fare. Nelle ultime 12 partite fuori dal Franchi, la Fiorentina ha vinto 3 gare basilari: in casa-Juve appunto; la più importante (e ultima, datata 18 maggio) in casa- Torino che diede i preliminari; ad Eindhoven, 10 aprile, la Partita Perfetta. Il resto? Due pareggi (a Praga e Lione) e poi 7 k.o., a Siena, Napoli, Udine, casa-Inter e Cagliari nel campionato scorso; ancora Napoli e a casa-Lazio nel torneo attuale. Per questo serve la sterzata esterna. Anche per dimenticare i fischi di Champions. "Il pubblico durante la partita è stato bravissimo — racconta Felipe Melo —, poi a fine gara ha fischiato ed è giusto se la gara non è piaciuta.
Però ci vuole pazienza: siamo una squadra nuova, con tanti elementi nuovi". Lui stesso lo è, come il ruolo che fa. "E' la prima volta che gioco davanti alla difesa e per me da lì è più difficile poter verticalizzare e vedere la porta, a quello devono pensarci altri". Pausa, e monito. "Però— continua il brasiliano che si ispira a Gerrard — non fate titoli con scritto che voglio giocare più avanti: mi piacerebbe, ma sono felicissimo del mio nuovo ruolo. Lo spogliatoio? Mi trovo benissimo, il gruppo della Fiorentina è come quello dell'Almeria. Prima nel Maiorca e nel Racing sì che era un casino. I miei sogni? Arrivare in nazionale. Prima di venire qui guardavo i video dei tifosi viola su internet. E dicevo a mio padre José: "Un giorno sarò il capitano della Fiorentina" . Ci sarà tempo, ora c'è il Chievo: il Mondo Viola aspetta esultanze da viaggio.