FIORENTINA, Ave Cesare, ora Firenze sogna
Il marchio di fabbrica è nitido, autografato dal tecnico che la famiglia Della Valle ha scelto per ipotecare il futuro viola. Otto punti in quattro gare, la possibilità dopodomani sera, al Franchi, di giocarsi, battendo la Roma-capolista, il primo posto in graduatoria.
Cesare Prandelli stupisce solo chi non ne conosce a fondo i metodi di allenamento, di approccio col gruppo intero. Un formidabile motivatore, dapprima. Grazie a lui la Fiorentina ha riscoperto Mutu, che pareva talento ormai evaporato. Grazie ai suoi costanti consigli Frey è finalmente entrato nell’orbita della nazionale francese: solo un tecnico mediocre come Domenech gli preferisce ancora Landreau come titolare. Evidenti i meriti dell’allenatore che la Fiesole e la città venerano come un’icona: la Fiorentina gioca a testa alta su qualsiasi campo, in coerenza con una filosofia sempre propositiva, mai d’attesa, speculativa. A scegliere i giocatori, a comporre la squadre pensa Corvino, affidandosi alla sua proverbiale agendina, una sorta di bussola per scoprire campioni in embrione. Al resto, a permeare la squadra di personalità e carattere pensa Prandelli. Cercando di ottimizzare il bagaglio di ogni interprete, optando per la strategia tattica piu’ confacente. Mutu dietro a Pazzini, ad esempio, e il fattore-sorpresa del rumeno - e di conseguenza dell’intera squadra - è lievitato. Due ali larghe, che guadagnano il fondo, correndo a perdifiato, come stantuffi.
Due mediani a contrastare. Evidente la crescita di Kuzmanovic, atteso e ora lanciato in pianta stabile. La difesa, lo scorso anno, è stata la meno bucata della serie A: segno che gli equilibri erano stati salvaguardati. Sembra, quello attuale, un campionato di conferma: due anni fa solo Calciopoli privò i viola della Champions. La scorsa stagione azzerato alla grande il maxi-handicap. La squadra gioca e non si compiace. La partenza di Toni? Assorbita dalla girandola degli esterni, da una manovra d’attacco mai scontata. Allena giocatori bravi e pieni di talento, il mister di Orzinuovi. Ma la sua impronta sulla graduale crescita della squadra è palpabile, manifesta. Prandelli motiva, sprona, azzecca la tattica: chiamatelo fattore-aggiunto. Ecco perché gli impegni futuri contro Roma e Juventus, disseminati nell’arco di meno di due settimane, non possono inquietare.