FELIPE MELO, I tifosi mi danno la carica

06.09.2008 10:24 di  Redazione FV   vedi letture
Fonte: La Nazione
FELIPE MELO, I tifosi mi danno la carica
FirenzeViola.it

Riportiamo l'interessante intervista pubblicata dalla Nazione al nuovo padrone del centrocampo viola, già idolo dei tifosi fiorentini, Felipe Melo, queste le sue parole ripartendo dall'episodio accaduto domenica sera contro la Juventus in cui Felipe Melo è stato espulso.

Felipe alla prima di campionato subito un rosso, che le è successo?
"Che sfortuna, vero? Forse non ci crederete, ma nelle ultime due stagioni che ho giocato in Spagna non sono stato espulso neppure una volta. Mi dispiace per quello che è accaduto con la Juve. Domenica sera ero molto deluso, ma adesso è passato tutto e non vedo l’ora di tornare in campo. L’espulsione può starci quando uno gioca con energia e forza come piace a me. Io sono un lottatore. Sono un combattente. Un combattente corretto e comunque leale. Non mi piacciono i colpi bassi nè gli scontri cattivi. Mi piace lottare e battermi con tutti, questo sì".
Lei è già l'idolo dei tifosi fiorentini lo sa?
"Io sono già innamorato di loro e sfrutto l’occasione per sottolineare una cosa nella quale credo ciecamente: i tifosi per giocatori come me rappresentano una forza incredibile".
Per questo si diverte a incitarli dal campo, alzando le braccia e gridando?
«E’ il mio modo per coinvolgerli e sentirli. Un calciatore, a volte, può essere fuori condizione, può essere in crisi, e l’abbraccio della gente è la cura migliore».
S’immagina una Firenze alla brasiliana?
"Credo di aver capito una cosa: Firenze, quando si parla di Fiorentina e di pallone, è molto, moltissimo simile al mio Brasile. Sono felice. Giocare a Firenze è come essere tornato nel Flamengo".
Quali le differenze con la Spagna?
"Lasciamo stare. Non c’è confronto. Ovviamente in favore di Firenze. Eppoi laggiù, qualcuno, voleva farmi addirittura giocare alla Mutu".
Come alla Mutu?
"Sì. Giocavo nel Racing Santander e l’allenatore mi voleva trasformare a tutti i costi in attaccante. Roba da matti. A me piace giocare la palla, fermare gli avversari, non fare gol. Certo, se qualche volta capiterà non mi tirerò indietro, ma fra questo e il vedermi nella posizione di Mutu".
Felipe Melo è un centrocampista che assomiglia a...
"non saprei. Mi è sempre piaciuto moltissimo Veron".
A chi, allora, ruberebbe qualcosa per potersi migliorare?
"A due campioni del Milan. Pirlo è un inventore. Gioca a testa alta in modo straordinario. Poi mi piace Gattuso. E’ un giocatore con una grinta incredibile. Interdittore, lottatore, personaggio con grande personalità, insomma".
Dica la verità, le piace specchiarsi in Gattuso?
«Ringhio é un grande. Punto e basta».
Shopping in città o videogiochi?
"Sono appassionato di sport. In tv seguo tutto e poi sono forte anche alla playstation".
Mondiali di calcio: quanto si sente distante dalla sua Nazionale?
"Ho scelto di venire a giocare in Italia perché voglio conquistare la Nazionale. In Spagna potevo fare bene ma avevo una visibilità minore. La Fiorentina e la Champions mi aiuteranno a trovare uno spazio nel Brasile del futuro".
Per la squadra viola sarà più facile fare bene in campionato o in Europa?
"La Champions sarà un’avventura durissima. Mi aspetto partite difficili contro avversari che hanno già una grande esperienza internazionale. Penso alla gara di Lione e prevedo un match in salita".
Meglio sognare in grande allo Scudetto?
"Non lo dirò mai, anche perché la Fiorentina vivrà la stagione settimana dopo settimana, domenica dopo domenica. Sarà questa la nostra filosofia".
Con chi ha legato di più?
"Perché dovrei sceglierne solo qualcuno? Io dico tutti".
Corvino e Prandelli le hanno fatto capire che da lei si aspettano grandi risultati?
"Ovvio. Ma a me le grandi responsabilità non pesano. Altrimenti come farei a puntare dritto alla Nazionale?".