E domenica con l'Udinese?
Si farà chiarezza solo domani in tarda mattinata, al termine del Consiglio dei Ministri. Ma domenica si giocherà. Con chi? con l'Udinese e questa è l'unica certezza. Per gli altri interrogativi dovremo attendere ancora.
Ci sono stati tempi in cui le risposte si facevano attendere. Pomeriggi afosi che si trasformavano in nottate roventi per aspettare un segnale, un messaggio, una sentenza. L'estate pallonara italiana ha fatto attendere tutti, per ore. E le sentenze di "Calciopoli" sono piovute con un ritardo irritante. Stavolta no. Anzi, stavolta è accaduto il contrario. Nemmeno si spegneva l'eco dei fiumi di parole spesi nel week-end non-calcistico, relegato all'immobilità ma non evidentemente al silenzio e alla riflessione, che già si paventava all'orizzonte il rinnovato rituale della domenica. Il commissario straordinario Luca Pancalli è stato così rapido nel far intuire i tempi di ripartenza almeno quanto lo è stato nel perentorio, e doveroso, blocco dei campionati. Però quei "tempi tecnici per ripartire domenica" dicevano già tanto. Non quanto le insulse, e offensive, parole di quel Matarrese ormai privo del minimo senso del pudore. "Show must go on", direbbero i letterati benpensanti, "Questa è l'Italia" tutti gli altri. E poco male se quest'ultima categoria si ritrova costretta alla rabbia e all'indolenza. Perché, per la gioia di grandi e piccini (
investitori, televisioni e chi più ne ha più ne metta
), già da domenica si riparte. Sì, bene, viva. Ma quando? Dove? Come? Città con stadi a norma poche, si contano sulle dita di una mano, tifosi e appassionati completamente spesati e increduli. milioni. Andiamo con ordine. Monsignor Galliani fa sapere che domenica si riprenderà con la quarta di ritorno, il recupero della terza si disputerà fra il 17 e il 18 aprile. Degna ciliegina dopo una mattinata in cui le dichiarazioni di buona volontà, a rigorose porte aperte, da parte dei signori presidenti si sono susseguite come coriandoli. Altro che carnevale. Così domenica a Firenze scenderà in campo l'Udinese, loro di sicuro. Tutti gli altri non è detto. Lo stadio "Franchi" non è a norma e, stando a quanto riferito dal Governo, non può ospitare pubblico in occasione di una partita. Quindi porte chiuse. Ma le schiarite sono dietro l'angolo, le deroghe pure. Infondo il decreto Pisanu, ancora da attuare completamente nella stragrande maggioranza degli impianti, risale "solo" al 2005. Le stesse istituzioni comunali fanno trapelare ottimismo, almeno per quanto riguarda gli abbonati. In Fiesole, per capirsi, dovrebbe esser tutto regolare. Con qualche striscione in meno? Può darsi, ma almeno gli abbonati un po' di calcio se lo vedranno. Di questi tempi non è poco, nemmeno per coloro che onoreranno l'impero Sky. Tutti gli altri dovranno soltanto attendere poco meno di 24 ore. Ossia il termine del CdM di domani in cui il Governo indicherà la rotta al barcone calcio per provare a navigare in acque diverse. In realtà, però, il braccio di ferro fra istituzioni sportive e politiche è già stato vinto dal dio denaro che, si sa, col pallone va d'accordissimo. E allora prepariamoci. Sarà strano, che sia a porte aperte o chiuse, e sarà triste. Ma comunque sarà, perché così si è già deciso. I tempi delle risposte questa volta sono stati davvero brevi. Peccato che, come sovente capita da queste parti, ancora alcune domande non siano state nemmeno poste.