DI CHIARA, Italiano quest'anno ha perso un po' la via
Alberto Di Chiara, allenatore ed ex calciatore tra le altre anche della Fiorentina, è intervenuto durante il programma “Piazza Affari” a TMW Radio per commentare vari temi.
Che idea si è fatto sulla stagione della Fiorentina?
“Ho un po' di perplessità. La squadra fa quello che faceva lo scorso anno ma lo fa a sprazzi. Secondo me Italiano ha perso un po' la via in questa stagione. Lo scorso anno i viola avevano un’identità ben precisa con un 4-3-3 ferreo con Torreira irremovibile. Adesso mi sembra ci siano dei compromessi. Amrabat è diventato il centro e si è passati al 4-2-3-1. Il gioco è diventato meno spettacolare e l'allenatore persa più a essere pragmatico. Mi dà l’idea che sia diventato prevedibile, come hanno detto tempo fa anche Bonaventura e Mandragora. Italiano si è adeguato al fatto di non avere più Torreira e Vlahovic, con il serbo che, per ora, non è stato mai pienamente sostituito. La pausa, poi, si è messa di mezzo a un periodo in cui i viola si stavano rialzando. Adesso ci sono due strade da percorrere: Coppa Italia e Conference League. Nella coppa nazionale adesso ai quarti ci sarà il Torino e, quindi, non mi sembra impossibile arrivare in semifinale”.
Bonaventura è uno su cui puntare? Oltre a lui su chi?
“Bonaventura è sempre stato uno dei giocatori su cui puntare. Ai viola mancano degli individualismi a cui far risolvere i match, cosa che ha l’ex Milan. Anche Nico Gonzalez, quando sta bene, possiede queste caratteristiche. Sono due giocatori che possono risolvere i problemi offensivi. Si era puntato molto su Jovic ma, per ora, ha deluso molto le aspettative”.
Per lei chi si deve adattare, i calciatori all’allenatore o il contrario?
“Io sono del parere che l’allenatore si deve adattare ai giocatori, non il contrario. Per me l’allenatore bravo è quello che cambia anche in corso d’opera, come fa Spalletti. Anche perchè sennò la società si deve incaponire a trovare la soluzione perfetta. Lo ha detto anche Ancelotti che se hai Vinicius e non gli lasci spazi non ha molto senso. Bisogna mettere i giocatori in condizioni di sfruttare le proprie caratteristiche”.
Secondo lei nei viola c’è la stessa sintonia tra allenatore e dirigenza come nel Napoli o nel Milan?
“Teoricamente dal momento in cui punti su un determinato allenatore per aprire un ciclo devi ascoltarlo. Va detto che, purtroppo, nel calcio le cose cambiano veramente in attimi”.