DELLA VALLE, Vi svelo la Fiorentina del futuro
Nella sala dei trofei c’è una luce argento-coppa, una memoria metallizzata trasparente e forte. Qui è bello parlare del futuro. Andrea Della Valle attraversa molti argomenti rispondendo a «La Nazione», che ha avuto la possibilità di incontrarlo alla presenza del direttore, Francesco Carrassi. La cittadella viola, gli obiettivi immediati, il tetto ingaggi, il futuro di Frey e Mutu, le richieste per Montolivo e Pazzini, la moviola in campo, il fair play: Andrea Della Valle ha risposto a tutte le domande accanto alla coppa del primo scudetto, la più antica e sentimentalmente cara. La storia un giorno forse si ripeterà.
A che punto è l’idea della Casa Viola? E in cosa consisterà concretamente?
«Siamo quasi pronti, ma vogliamo partire bene e studiare i dettagli. Per definire il progetto ci vorrà ancora un mese, o forse due. Sarà un intervento molto sociale, importante per la città».
Il mercato di gennaio non ha convinto tutti.
«Corvino è bravissimo, la nostra famiglia sa di avere un tesoro. E’ anche un diritto rivendere in corso d’opera, poi quei soldi si possono reinvestire per operazioni diverse. Abbiamo imparato una cosa: non si possono avere doppie squadre, con alternative specifiche in tutti i ruoli».
Corvino ha parlato spesso del tetto ingaggi.
«L’equilibrio economico è importante. E poi, a proposito di tetto ingaggi, noi siamo la quarta società come stipendi, guardate che le nostre cifre sono di tutto rispetto. Certo, dobbiamo sempre pensare al fatturato complessivo, un equilibrio ci deve essere. Al nostro livello dovrebbero essere Palermo, Napoli, Torino, e guardate dove sono in classifica...».
A proposito di equilibri: Frey e Mutu sono richiestissimi.
«Non ci saranno problemi e se ci fossero li risolveremo insieme. Ci siederemo insieme a giugno, com’è giusto che sia. Sono molto ottimista».
Avete avuto richieste anche per Pazzini e Montolivo?
«Li vogliono in tanti, ma questo è logico. E’ un dato di fatto che ci premia, noi abbiamo il coraggio di lanciare i giovani, altri magari no. Ma state sicuri che li difenderemo con le unghie, sono un nostro patrimonio».