DEL PIERO, La partita simbolo di Vialli? Con la Viola
Alessandro Del Piero, ex compagno alla Juventus di Gianluca Vialli, è intervenuto ai microfoni di Sky Sport per ricordare l'ex attaccante, scomparso oggi a 58 anni: "Non mi trovo a mio agio a parlare in questi momenti. Lui è stato insieme a Baggio uno dei due esempi più importanti che ho avuto alla Juventus appena arrivato 18enne. Perché avevano vinto la Coppa UEFA, per quello che rappresentavano per la Nazionale, erano il 9 e il 10, sono stati enormi per me. Luca è diventato il mio capitano, è così che mi piace ricordarlo. Lo è stato sul campo, fuori dal campo, lo è stato la prima volta che quando facevamo le doppie sedute mi ha invitato a mangiare con tutti a Torino. Aveva una voce rassicurante, una voce decisa, era un personaggio che ispirava non solo fiducia, ma anche carisma, voglia di mettere il petto in fuori e affrontare qualsiasi tipo di sfida, anche se sembrava insuperabile agli altri. Questa è una delle cose che più mi ha colpito di lui per uno che lo ha visto fino ad un mese prima segnare e vincere con la mia squadra del cuore e se lo è trovato lì, ad allenarsi con lui a 18 anni. Mi sembrava tutto assurdo, è stato un esempio incredibile in quegli anni passati insieme e nei tanti successi raggiunti".
Perché spesso lei ha detto che la partita simbolo del suo rapporto con Vialli è la vittoria in rimonta per 3-2 contro la Fiorentina?
"Quella è la partita simbolo per il nostro anno, per la nostra Juventus. Eravamo sotto 2-0 contro la Fiorentina prima in classifica in una gara dove avevano dominato. Quella gara ci ha dato la consapevolezza che potevamo vincere contro chiunque in qualsiasi circostanza. Fu qualcosa di incredibile, se lo fai è perché ci credi fino in fondo. In quella partita Gianluca segnò due gol e mi ricordo che, dopo il 2-2, cerchiamo di buttarlo giù perché già raggiungere il pari sarebbe stato straordinario e lui con 3 uomini addosso ci porta a centrocampo e ci dice di vincerla. Poi me lo ritrovo a scivolare con me e ad esultare sul 3-2. Questa era la sua mentalità, si va dritti fino in fondo. La rimonta partì da lui, dal suo atteggiamento, dalla sua carica, dal non mollare mai, dal suo carisma. Significa tanto per un giovane di 19 anni come me, che in un primo momento aveva negli occhi questo gol qui che fu probabilmente il più bello della mia carriera. Te lo godi alla grande, poi in una partita così... Scopri dopo i dettagli con il passare del tempo, quelli che prima non ti accorgevi".