DE PONTI, Viola? Ha un po' deluso la sua gente
“Io ero estroso come Pesaola, andavamo d’accordo e quell’anno facemmo anche delle belle imprese, specialmente contro l’Inter. La salvezza fu comunque durissima, ci volle quel gol di Nanni all’ultima giornata…” racconta Gil De Ponti, il Figlio delle Stelle, fiorentino di nascita ma diventato “bolognese in tutto e per tutto. Ho messo su famiglia a Bologna, mio figlio è nato rossoblù e lo è ancora, fino al midollo. Abbonato in Curva Bulgarelli, anche domenica ovviamente ci sarà, ha già il biglietto per il Franchi, è uno di quei mille e oltre che prenderanno il treno domenica mattina. E io, che vivo a Rifredi, torno spesso a Bologna, frequento Colomba, Trevisanello, Massimelli. Di recente ho incontrato anche la figlia di Luciano Conti”. Del Bfc attuale è soddisfatto: “Sono felice per queste ultime due vittorie che hanno risistemato le cose e riportato l’umore giusto, se lo meritavano i tifosi e anche il Presidente. E c’è da essere orgogliosi della chiamata di Verdi in Nazionale, gli auguro che sia solo l’inizio della sua avventura azzurra. E spero che presto tocchi anche a Masina e Di Francesco. La Fiorentina invece ha un po’ deluso la sua gente, si aspettavano un altro tipo di campionato”.
Si diceva delle due imprese con l’Inter del ’77-78: “Feci gol al debutto in rossoblù a San Siro, c’era Cesarino Cervellati in panchina, e mi arrivò un bellissimo cross di Chiodi solo da appoggiare dentro”. Il primo di 19 centri con la nostra divisa per Gil, vigoroso centravanti di grande impeto agonistico che nel cuore dei bolognesi di quella generazione c’è rimasto a pieno titolo. Meno felice la sua seconda avventura qui, nell’estate del 1982 appena retrocessi: “Tornai solo per la mia grande amicizia con Giacomo Bulgarelli, che faceva praticamente da ds in una società ormai fantasma, con tutti i problemi di Fabbretti. La situazione era compromessa, addirittura finimmo in C e meno male che nel giro di un anno fummo nuovamente promossi. Ma giocavo meno, con Cadè non andavo troppo d’accordo”. Fu comunque una soddisfazione, culminata nel giorno di Bologna-Trento: “Sì, nonostante le tre sconfitte, fra campionato e Coppa Italia ’83-84, con quello che all’epoca era il nostro vero incubo di Firenze: non i viola, bensì la Rondinella! Di recente mi hanno chiamato per una loro festa promozione, giocano ancora fra i dilettanti, dopo qualche fallimento societario. E di quelle vittorie con il mio Bologna ne parlano ancora…”