DE BIASI, Con Di Natale non ti puoi distrarre
Nel mercato estivo ha fatto molto discutere la politica dell'Udinese. Il club friulano ha perso giocatori importanti, come D'Agostino o Simone Pepe, e secondo i più non li ha sostituiti con uomini all'altezza. Per parlare di questo i nostri microfoni hanno raggiunto Gianni De Biasi, tecnico che nell'ultima stagione ha allenato per un breve periodo i bianconeri.
Si aspettava di poter rimanere senza squadra lei, ma anche diversi suoi colleghi illustri?
"Ormai non bisogna più meravigliarsi di nulla. Si prende quello che capita e si cerca di fare buon viso a cattivo gioco. Non me l'aspettavo, ma non è nemmeno una cosa che mi stupisce più di tanto. Negli ultimi anni si tenta di giocare al risparmio e si cerca di beccare un numero alla lotteria che consenta di risparmiare e fare cose che fatichi a fare con un allenatore di maggiore qualità".
Quanto paga questo sistema?
"Pochissimo. Il problema di fondo è che l'allenatore dovrebbe essere al centro del progetto, mentre ora è solo il gestore di situazioni che altri creano".
La sua ultima esperienza a Udine non è stata felice
"Lì c'è stato un problema legato a risultati immediati che non sono giunti. Oggi si fa fatica a fare il mestiere dell'allenatore e farlo come andrebbe fatto diventa difficile. A Udine ho pagato un momento di difficoltà della squadra, abbiamo lavorato in prospettiva per raggiungere la metà classifica a fine stagione e poi nel proseguo i risultati si sono visti".
A Udine ora c'è Guidolin, un continuo cambiamento
"C'era stato un ciclo di tre anni e ora la società ha puntato su un allenatore che conosceva già la piazza ed ha un'ottima esperienza. Penso che Guidolin possa far bene perché ci sono i presupposti e la società ha ottimi dirigenti. Nonostante l'esonero io mi sono lasciato in ottimi rapporti".
Si aspettava Pepe alla Juventus?
"No, anche perché Pepe è abituato a giocare nei tre d'attacco. Alla Juventus, giocando da esterno nel 4-4-2, dovrà sacrificarsi di più".
E la scelta di lasciare Candreva come la vede?
"Candreva è una promessa, probabilmente la scelta di non tenerlo è frutto di una valutazione fatta dalla società su indicazione dell'allenatore".
Di Natale, invece, era da Juventus?
"E' un grandissimo giocatore, con grandissime qualità. Molte più di quante gliene si riconoscano. Ha senso del gol, abilità tecniche straordinarie e calcia come pochi. Non ti puoi mai permettere di dormire un attimo in difesa perché lui sfrutta sempre l'occasione. Rimanendo a Udine ha fatto una scelta di cuore e i tifosi friulani l'avranno sicuramente apprezzato".
La vede più come una scelta di cuore o vede di più un Udinese che ha deciso di non privarsi di lui?
"Non lo so, ma l'Udinese ha fatto una grande scelta non privandosene".
Come vede l'arrivo del giovane Angella?
"E' la filosofia della società: puntare su giocatori giovani e di prospettiva. Il mondo intero riconosce alla società il fatto di saper pescare giocatori non conosciuti. Sono molto bravi nello scouting e uno dei capi degli osservatori, Ernesto Varnier, è mio amico ed è una persona speciale".
Dove potrà arrivare quest'anno l'Udinese?
"Dipenderà molto da quello che faranno le squadre di prima fascia media come Fiorentina, Palermo o Sampdoria".
Si aspettava che un'altra sua ex squadra, il Torino, raccogliesse solo un punto in tre giornate?
"Ci può stare perché hanno cambiato molto e hanno avuto assenze importanti, una su tutte quella di Bianchi. E' un giocatore fondamentale per il Torino. Hanno buone qualità, specialmente dalla metà in avanti. Quando recupereranno Bianchi ci sarà tempo per risalire, ma sono convinto che gli avversari non mancheranno, in primis Siena e Atalanta".