D'AMATO, Montella voleva fare il portiere. Adesso...
Il portale di calciomercato gianlucadimarzio.com ha intervistato il direttore della scuola calcio "San Nicola" di Castello di Cisterna Lorenzo D'Amato, l'uomo che per così dire ha scoperto per primo il talento di Vincenzo Montella. Queste le sue parole a proposito dell'attuale tecnico della Fiorentina, cresciuto nei primi anni in Campania prima di passare all'Empoli: "Vincenzo era un ragazzo intelligente, calmo e pacato. Stava a sentire tutti i consigli che gli venivano dati. Viene da una famiglia umile, come Di Natale. Capiva i sacrifici che doveva fare per arrivare in alto. Non gli scappava niente, era un tipo molto attento. Quando finiva gli allenamenti, ricordo che ritornava a casa e vedeva per ore intere un sacco di vhs dell'Ajax che gli avevo prestato. Studiava tutti i movimenti di Van Basten e cercava di replicarli sul campo. E' cresciuto con il mito dell'olandese e di Maradona. Era tifoso del Milan, stravedeva per i rossoneri. I primi anni qui alla San Nicola faceva il portiere. Col tempo però, avevamo notato che la sua altezza era rimasta immutata, per cui gli suggerimmo che era meglio concentrarsi su qualche altro ruolo perchè era troppo basso per stare in porta. Lui non ci credeva. Voleva fare il portiere. Era un'ira di Dio tra i pali. Molto agile, reattivo. Le sue qualità con i piedi però erano sotto gli occhi di tutti: metteva la palla a terra in area e cominciava ad avanzare scartando gli attaccanti avversari. Quando gli passavano il pallone non ne voleva proprio sapere di usare le mani.
All'epoca era impensabile. Ripensandoci, è un po' come se avesse anticipato il modo di giocare di Neuer. Rispetto a quando era calciatore, lo vedo molto più convinto di quello che fa da allenatore. Era molto attento alle indicazioni tattiche e quando tornava a casa, guardava qualsiasi partita la tv trasmettesse. Mi piace ricordare una frase detta da lui stesso: "E' arrivato il momento di togliersi il frac e indossare di nuovo i panni dell'operaio". Solo così si va lontano. E' essenziale far capire ai propri giocatori l'impegno e l'applicazione necessaria per centrare risultati positivi. Quando si abbassa la tensione i risultati non arrivano. Vincenzo tra l'altro, è molto bravo nella gestione del gruppo. Alla Fiorentina ha tanti fuoriclasse in rosa, ma tutti rispettano le sue scelte. Ha le qualità giuste per diventare il nuovo Capello o il nuovo Ancelotti. Il suo percorso poi, è andato a tappe. E' partito dal settore giovanile della Roma, ha guidato la prima squadra e poi è andato a farsi le ossa a Catania. E' la strada migliore per diventare un grande allenatore".