COPPA UEFA, Italia, il solito "fastidio"
Ci risiamo. Ogni anno è la stessa situazione: le squadre italiane si impegnano e festeggiano la qualificazione in Coppa Uefa al termine della stagione precedente, per poi scendere spesso in campo con le seconde linee in Europa e venire eliminate precocemente. Tutti dicono "il campionato è il primo obiettivo", ma le compagini estere riescono a conciliare senza grossi problemi i due impegni e avanzano.
Era dal 1982 che non andavamo così male, ma è da un po' di anni che la Coppa Uefa è divenata un peso per le squadre italiane che vi partecipano. Principale terra di conquista tra la fine degli anni '80 e nel '90 con ben otto trionfi (3 Inter, 2 Parma, 2 Juventus e 1 Napoli), da quando la Champions League è stata allargata alle prime quattro classificate in campionato, le nostre rappresentanti snobbano questa competizione, rimediando brutte figure, che non fanno certamente bene all'immagine del calcio italiano.
Siamo appena alla fine del primo turno e sono già state eliminate tre squadre (Empoli, Sampdoria e Palermo) su quattro, con solo la Fiorentina rimasta a rappresentare il nostro Paese. Guarda caso, pur vincendo solo ai rigori, l'unica che ha messo la Coppa Uefa tra i principali obiettivi stagionali, oltre a cercare di entrare tra le prime quattro in serie A. In campo Prandelli ha mandato la squadra titolare ed è arrivato il passaggio del turno.
Per le altre, il discorso è sempre lo stesso: "Il nostro primo obiettivo è il campionato", viene detto da tecnici e presidenti. In campo vanno spesso le seconde linee, che non hanno l'esperienza e le qualità tecniche adatte per affrontare questo impegno. Sono decisioni che vanno rispettate (alla fine i soldi ed il prestigio sono dei club), ma bisognerebbe capire perchè le squadre degli altri paesi, Spagna (che quest'anno ha perso il Saragozza, ma l'anno scorso ha fatto una finale in "famiglia") e Germania su tutti, riescono a conciliare gli impegni, facendo un buon campionato ed ottenendo un cammino più che dignitoso anche in Europa.