CHIVU, Basta chiamarci zingari!
Vivere in Italia - seppur nel dorato mondo del pallone - per un romeno di questi tempi non deve essere una passeggiata. Forse non lo è mai stato, ma gli ultimi casi di cronaca, vedi la morte di una donna a Roma a fine ottobre a seguito di una feroce aggressione da parte di un giovane rom e la conseguente approvazione del Consiglio dei Ministri del Decreto Legge sulle espulsioni degli stranieri autori di reati, hanno reso ancor più incandescente una situazione già al limite della sopportazione. Cristian Chivu vive in Italia dall’estate del 2003. Ha abitato nelle due città più importanti del nostro Paese, Roma e adesso Milano, e dunque sa bene cosa provano i suoi connazionali finiti ai “disonori” delle cronache per colpa di una minoranza incapace di vivere nella legalità: «Sono quattro anni che mi dicono dentro e fuori dagli stadi che sono uno zingaro - ha spiegato nel ritiro della propria Nazionale -. Io ci ho fatto l’abitudine, però c’è tanta gente che per questa ragione fa fatica ad ambientarsi in Italia». Chivu - che si è fatto crescere la barba per coprire un erpes poco gradito alla fidanzata giornalista Adelina Elisei arrivata per la prima volta a Milano domenica e incappata subìto nel caos provocato dagli ultras - è il capitano della Romania, un’istituzione nel proprio Paese a maggiore ragione ora che la selezione allenata da Victor Piturca ha raggiunto la qualificazione ai prossimi Europei («ci hanno sempre considerato una generazione di falliti, ora ci prendiamo la nostra rivincita», ha sottolineato Chivu).
Quando parla viene ascoltato, soprattutto in un momento di forti tensioni come quello attuale. Già nelle settimane passate il jolly della difesa nerazzurra, che in squadra ha legato molto con quelli che Materazzi chiama simpaticamente “i miei amici zingari” (Stankovic e Ibrahimovic), aveva detto la sua sulla situazione dei romeni in Italia, analizzando con lucidità una situazione che purtroppo è andata via via deteriorandosi: «Mi dà molto fastidio il modo in cui vengono descritti i romeni che vengono a lavorare in Italia. È vero che ogni albero ha le sue mele marce, però c’è tanta gente in un altro Paese con la voglia di lavorare e di mettere in gioco le sue conoscenze e tutto quello che ha imparato nel cammino della vita. C’è tanta gente che ha voglia di lavorare e guadagnare quelle cose che in Romania non riuscirebbe a raggiungere - aveva raccontato con saggezza a inizio ottobre nella rubrica sull’Inter di Sky - . C’è gente che purtroppo viene in Italia e pensa di trovare il miele e il latte e invece si trova nella difficoltà di scegliere tra il lavoro e altri lavori che non sono degni di un uomo. Scelgono la strada sbagliata e alla fine paghiamo tutti».