CAMPEDELLI, Il futuro di Parolo e Giaccherini
Cesena e Lecce festeggiano, a discapito di una Sampdoria che inaspettatamente (o forse no), retrocede e ripartirà dalla serie B.
Se i salentini hanno ottenuto la salvezza al San Nicola di Bari, il Cesena di Ficcadenti non è stato da mano contro il Brescia, al Manuzzi. A tal proposito parla il patron del club romagnolo, Igor Campedelli.
Presidente, quali sono le sue sensazioni dopo aver ottenuto la salvezza?
"Abbiamo vinto una sfida veramente difficile, uno scudetto. Affrontare per la prima volta la serie A che mancava da tempo in questa piazza, rende difficile l'adattamento e l'approccio. Quindi è stata una salvezza che sento come la vittoria di un campionato. Sentivo forte il dovere di restare in questa categoria, è stato un torneo intenso. Sono state settimane molto forti e quindi è inevitabile che quando i giorni sono così, il peso del risultato diventi sempre più sostanziale. Questa salvezza è costata sangue e sudore. È stato un anno meraviglioso, esco da questi sforzi molto più soddisfatto perché ho tenuto duro e sono stato in grado di condurre il progetto anche quando era difficile farlo".
È stato bravo a resistere e non esonerare Ficcadenti.
"Quello che andavo a cercare erano le prestazioni e il lavoro. Quindi abbiamo messo da parte il risultato e fatto un'analisi sul lavoro e le sensazioni dei giocatori. È stato fatto un bilancio con molta lucidità, cercando di isolarsi dalle pressioni. Le pressioni le recepisci, cerchi di capire se l'insoddisfazione è concreta oppure no e questo lo puoi provare vedendo le prestazioni della squadra e il suo lavoro. In serie A devi mettere in conto che puoi perdere, ma dipende come perdi. Se perdi male, perché manca qualcosa, allora il problema è serio. Ma se perdi per la qualità dell'avversario e per le giocate dei singoli, ci può stare.
Abbiamo fatto tante sconfitte, ma penso che la squadra non abbia mai perso un'identità di gioco nella quale si è spesso ritrovata. Questo valore l'ho messo davanti al risultato, perché cambiare significava rimettere tutto in discussione. Quando cambi può esserci la scintilla, ma se non scatta è peggio.
Ad inizio stagione ero convinto che la salvezza passasse attraverso il gioco piuttosto che sul furore. E il Cesena in rosa ha dei giocatori di qualità, che hanno dimostrato e fatto bene. Come Parolo e Giaccherini, che hanno giocato molto bene. Per me i giocatori confermati erano un'assoluta garanzia. Le scommesse invece quelle che abbiamo fatto andando anche fuori. Perché portare certi giocatori in una neopromossa non è facile".
A proposito di Giaccherini e Parolo: il loro futuro sembra lontano da Cesena.
"Oggi Giaccherini ha un contratto di un altro anno con noi, mentre per Parolo poi affronteremo la comproprietà con il Chievo e se la spunto io ha altri due anni. Non date tutto per scontato. Per quanto riguarda Giaccherini sono propenso a rinnovargli il contratto e lui sta valutando la mia proposta. Si è preso un po' di tempo come è giusto che sia. Per ciò che concerne Parolo il discorso è più complicato perché è a metà con il Chievo. Le opportunità sono totali, ma di cose certe e non ce n'è nessuna perché si parte da un presupposto: prima si fa la scelta tecnica, si decide con che modulo giocare e poi vengono scelti gli interpreti. Noi vogliamo che chi resta qui condivida le nostre scelte.
L'Atalanta, per Giaccherini, a giugno scorso, ha messo sul tavolo 4.200.000 euro, ma io non avevo un giocatore in grado di sostituirlo e quindi abbiamo deciso di tenerlo. Anche perché lui era contento di rimanere.
Il Cesena sa quello che vuole".
L'Inter riscatterà Nagatomo.
"Si, noi investiremo e prenderemo qualche giovane anche dai nerazzurri".
A giugno tornerete su Mutu?
"Ha un contratto con la Fiorentina, mi piace molto però è difficile. A gennaio eravamo vicini".