CALCIOPOLI, Processo a rischio prescrizione
A novembre dovrebbero esserci le prime sentenze, almeno per i riti abbreviati ma il processo di Napoli a Calciopoli (anno 2006) procede molto a rilento, tanto che viene il sospetto che qualcuno sia interessato ad arrivare alla prescizione. "Non certo io", assicura quello che i pm hanno battezzato come capo della Cupola, cioè Luciano Moggi. "Io voglio la verità e sono sicuro che ci saranno presto grosse sorprese". Per ora va avanti solo il rito abbreviato: il 9 novembre dovrebbe esserci la sentenza. Riguarda personaggi illustri di quei tempi: Giraudo (i pm hanno chiesto 5 anni di condanna), Lanese , Gabriele, Pieri, eccetera. Fra gli arbitri in attività il fiorentino Rocchi: per lui è stata chiesta una condanna a un anno e quattro mesi. E' un ottimo arbitro, fra i migliori della squadra di Collina: che succederebbe se fosse condannato in primo grado? Verrebbe sospeso dall'Aia? Non si sa ancora, certo sarebbe un grossa perdità. Per quanto riguarda il processo ordinario invece si riprende il 13 ottobre davanti al collegio della Nona sezione penale (presidente Casoria). Non è detto però che si vada avanti, secondo alcuni legali c'è il rischio di uno slittamento a gennaio 2010. Il motivo? Non sono ancora arrivate dalla Cassazione le motivazioni della sentenza che accettava le parti civili. Inoltre la corte potrebbe essere ricusata. C'è il rischio così che il processo vada davvero alle lunghe, avvicinandosi alla prescrizione. Cosa che non vogliono molti imputati.
Moggi, come detto: non ha intenzione di rientrare nel mondo del calcio (almeno ufficialmente perché di fatto è consulente del Bologna) ma vuole portare prove nuove, soprattutto del processo Telecom di Milano. Anche l'ex vicepresidente Figc, Innocenzo Mazzini, vuole andare avanti. Ha chiuso col mondo del pallone, ora fa solo il nonno a tempo pieno: ma ha molte cose da chiarire. Famosa fu una sua battuta, da fiorentino verace, in occasione del processo sportivo: "La Cupola? Io conosco solo quella del Brunelleschi...". Ha chiuso colcalcio anche l'ex designatore Paolo Bergamo: fa il broker assicurativo a Livorno, e sta completando un libro su Calciopoli che uscirà in ottobre. "Niente gossip, ma la storia di quegli anni, con elementi nuovi", assicura. "Dimostrerò, anche con il notaio della Figc, che il sorteggio era regolare. Dimostrerò che con me parlavano tantissimi dirigenti calcistici, cosa che a quei tempi era consentita e ora non più. Dove sono finite quelle intercettazioni? Dimostrerò, attraverso i verbali Tavaroli, che mi pedinavano, che mi spiavano... Perché?".
Massimo De Santis, arbitro coinvolto anche lui in Calciopoli, intanto non è ancora rientrato nel maxiprocesso di Napoli: errori di notifica. Ma anche lui si è costituito parte civile al processo milanese di Telecom (e dintorni). La storia di Calciopoli, come si vede, non finisce mai.