CALCIOPOLI 2, potrebbe non essere un fuoco di paglia
Arrivano i primi riscontri documentali alle dichiarazioni rilasciate da Maurizio Capobianco, ex dirigente della Juventus ed ora testimone dell'inchiesta Calciopoli, al quotidiano "La Repubblica". Questi riscontri sono contenuti e allegati al documento di 38 pagine con cui lo stesso Capobianco ha citato in giudizio la Juventus davanti alla dottoressa Paola Malanetto del tribunale del Lavoro di Torino. L'atto - in cui si tratta solo di alcuni dei fatti raccontati da Capobianco nell'intervista (quelli inerenti alla causa di lavoro) - è molto utile per capire come le circostanze citate dal testimone siano meticolosamente documentate.
Uno degli aspetti più singolari contenuti nel documento compilato dall'ex addetto al back-office (l'ufficio acquisti) della Juve è quello relativo al rapporto, da sempre controverso, tra i bianconeri e le automobili. "Avvalendosi del contratto con la Fiat - è scritto nelle carte - l'amministratore delegato provvedeva a rendere disponibili a terzi degli autoveicoli (...) anche dopo la conclusione del loro rapporto di lavoro". A dimostrazione di ciò, Capobianco allega due documenti, entrambi "relativi all'auto destinata al signor Lippi Marcello, commissario tecnico della nazionale, per l'anno 2005".
Ma c'è di più: Giraudo e Moggi "usavano omaggiare persone vicine alle attività calcistiche anche avvalendosi di mezzi finanziari ricavati dalla vendita di oggetti promozionali di rilevante valore (...) come nel caso relativo al signor Fabiani Fabrizio Maria parente del signor Fabiani Mariano. Omaggiato nel 2004 di un'Alfa Romeo acquistata con la vendita di orologi e medaglie d'oro". Anche qui ci sono le carte: l'elenco degli oggetti venduti e il contratto con il concessionario.
Poi il discorso tifosi: "Le tifoserie ultras vengono finanziate indirettamente, in violazione del decreto Pisanu, per mezzo di società compiacenti: la società Semana srl, creatura dello stesso Giraudo (...) ordinava della cartellonistica, mentre il vero oggetto della fornitura consisteva in aste per bandiere, tamburi, striscioni, intestati a gruppi di tifosi ultras".
Un altro capitolo riguarda Moggi: "Il signor Moggi ha imposto più volte il riconoscimento di provvigioni nei confronti della signora Garufi Silvana persona quest'ultima che non si era mai adoperata a svolgere una qualsiasi attività contrattuale". La Garufi per chi non lo ricordasse è la "collaboratrice" di Moggi già balzata agli onori della cronaca, questa estate, per essere stata scortata dagli agenti della Digos (vicini a Moggi) a fare shopping a Roma. Anche in questo caso Capobianco ha prodotto la prova allegando una copia del contratto con Sky per lo sfruttamento dell'immagine di Nedved su cui sono riportate le direttive.
Ieri i pm di Napoli hanno convocato Capobianco affinché confermi sia queste sia le altre affermazioni sin qui fatte. Dichiarazioni che hanno colpito tutti, fuorché il presidente Giovanni Cobolli Gigli che dapprima ha affermato che nulla di nuovo era contenuto in quanto riferito da Capobianco. Poi, precisando le proprie parole, non ha fugato gli imbarazzi: "Nulla di nuovo perché, purtroppo, è l'ennesimo attacco alla Juventus su fatti del passato e non perché sapessimo qualcosa di quanto dichiarato da Capobianco".