BOJINOV, Prandelli eccezionale, ho imparato molto
L'attaccante del Parma Valeri Bojinov ha rilansciato un'intervista in esclusiva ai microfoni di Radio Blu. Queste le sue dichiarazioni: "La Nazionale? Un piccolo problema per una botta, ma quando fai gol tutti i dolori passano. Adesso sto bene, sono pronto e carico e voglio fare bene in questa gara che ci attende. La sfida di sabato? Spero che ne venga fuori un bello spettacolo. Che vinca il migliore, anche se io spero che alla fine sia il Parma. Sarà difficile, però niente è impossibile. Noi ci proviamo e ce la metteremo tutta. Quel che viene viene, conta solo dare il massimo. Prandelli? Non so se Ghirardi ha davvero chiesto a Prandelli informazioni su di me. Di certo Prandelli posso solo ringraziarlo. Peccato non aver potuto lavorare un po' di più di lui, ma magari un giorno lo ritroverò. Adesso contano solo i colori del Parma e fare bene qui. I rapporti con Prandelli sono sempre stati buoni. E' un allenatore eccezionale e ho imparato molto da lui. Corvino e Leonardi padri putativi? Si può dire. Non lo nascondo, al di là dei problemi che ho avuto con Corvino. Sul passato non ci voglio tornare, ma di certo lui mi ha scoperto e mi ha dato l'opportunità di farmi conoscere. Anche Leonardi ha fatto molto per me. Mi ha seguito anche in Inghilterra e mi è sempre stato vicino. E' stato più un amico che un direttore sportivo che mi ha incoraggiato molto. Corvino fino a oggi non l'ho sentito. Se ci sarà la possibilità sabato sera lo voglio salutare, insieme al presidente.
Sono una persona educata, gli darò la mano. Il momento più bello e quello più brutto con la Fiorentina? Il più brutto è il capitolo Calciopoli. Tutta la stagione al quarto posto con la squadra che lottava e poi alla fine sappiamo cos'è successo. Ci sono stati tanti momenti belli, in una squadra importante con tanti giocatori forti, da Pazzini a Gamberini e Dainelli. Erano giocatori normali, oggi sono calciatori da Nazionale e sono cresciuti moltissimi. Il tatuaggio del CAV? L'ho tolto perchè sono andato via. In Inghilterra son stati due anni difficili e ho pensato ad altre cose. Così come accade oggi a Parma. Ogni giorno penso solo a lavorare, al campo e a dare il massimo. Tante cose sono cambiate per me e sul mio conto. Una persona cresce e matura grazie all'esperienza. Se un giorno potrò tornare a Firenze lo farò volentieri, ma oggi non ci penso. L'accoglienza a Firenze? Non lo so. Non chiedo e non pretendo. Sicuramente se sarò accolto bene mi farà piacere, al contrario starò male. Ma ognuno ha le sue convinzioni. I tifosi sono tifosi, e pagano per sostenere la propria squadra e i propri colori. E' giusto così. Oggi sono un giocatore del Parma, e il passato è passato. Se segno...? Penso che chi segna deve gioire con i suoi compagni. Questa cosa degli ex che non esultano è passata, dai....".