AREZZO, Addio al calcio professionistico
L'Arezzo dice addio al calcio professionistico: ripartirà dalla serie D. Il presidente Piero Mancini si arrende quando ormai sembrava a un passo dalla salvezza e annuncia che non verrà nemmeno presentato il ricorso alla Covisoc contro l'esclusione dal campionato. Le ragioni del presidente sono tutte racchiuse nella lettera che ha scritto alla città: "Sono 10 anni che sono presidente della Società A.C. Arezzo e in questo periodo, ho cercato di portare in alto i colori Amaranto, abbiamo vissuto l' emozione della serie B, il prestigio di giocare con squadre blasonate e di vedere crescere nelle nostre fila giocatori di pregio. La crisi economica generale mi vede fortemente impegnato a garantire la continuità aziendale e a garantire il lavoro di circa 1800 dipendenti. Oggi non mi è più possibile investire risorse nel calcio.
Mi sono rivolto alle Istituzioni Bancarie, alle Associazioni di categoria ed anche ai colleghi Imprenditori, ma non ho avuto risposte". La decisione ha sorpreso perché negli ultimi giorni Mancini aveva presentato la necessaria fideiussione, le liberatorie dei giocatori e la documentazione in regola per l' iscrizione alla Prima Divisione, ma la Covisoc aveva chiesto altra documentazione. Adesso si pensa alla liquidazione della società. Intanto il sindaco di Arezzo, parlando con il presidente della Figc Giancarlo Abete, ha avuto la disponibilità a partire dalla serie D a condizione che in pochi giorni si determini una condizione societaria seria. Si sono presentate due cordate di imprenditori: soprattutto una dà garanzie, capeggiata da Marco Massetti della Comas, azienda di servizi integrati tutela crediti, nata come agenzia investigativa.