ARBITRI, Collina in difesa dei fischietti

30.12.2007 10:32 di  Redazione FV   vedi letture
Fonte: Il Tirreno

«Ci sono stati degli errori ma sta cambiando anche il modo in cui viene analizzata una partita grazie anche all’uso della tecnologia. Oggi un arbitro viene messo in discussione per non aver visto un episodio che solo grazie a una telecamera si può intuire».
 Il designatore della Can di A e B, Pierluigi Collina, traccia un primo bilancio del suo mandato ai microfoni di RadioUno e assolve l’operato dei suoi uomini, il cui operato viene spesso criticato sulla base delle immagini tv.
 «C’è un’estrema difformità tra i mezzi a disposizione di chi deve arbitrare e tra quelli a disposizione di chi deve commentare, giudicare l’operato dell’arbitro», sottolinea ancora Collina, i cui obiettivi sono quelli di «garantire un gruppo che sia preparato per gestire il campionato e di costruire un gruppo che sia capace di durare nel tempo».
 In questa prima parte di stagione si è parlato anche del metro di giudizio adottato per le trattenute in area di rigore ma anche su questo punto il designatore non si sente di condannare quanto fatto dai direttori di gara. «Ci sono più trattenute in assoluto e quindi aumenta il numero degli episodi da segnalare - dice - L’arbitro deve preoccuparsi di essere nella posizione giusta, di conoscere gli atteggiamenti dei giocatori e occorre poi essere uniformi nelle valutazioni. Ma è difficile competere con sette telecamere personalizzate, che seguono ognuna una coppia di giocatori. Che senso ha paragonare quello che può far vedere una telecamera? L’arbitro non può scomporre il suo occhio per vedere sette realtà diverse», conclude Collina.


 Rosetti. «In Europa le squadre hanno un approccio diverso alla partita: c’è molta più attenzione al gioco e allo spettacolo. L’arbitro è inserito in questo contesto, un suo errore, anche grave, è accettato senza problemi. Gli stessi giocatori non protestano a ogni fischio». A parlare è l’arbitro Roberto Rosetti, che rappresenterà i fischietti italiani a Euro2008. Secondo il direttore di gara il clima che c’è nel resto d’Europa «di sicuro aiuta, non è una garanzia di infallibilità, sarebbe un’utopia pretenderla. In ogni caso: tra i campionati nazionali, in particolar modo quello italiano, e le altre competizioni si avverte la differenza. In Italia si passano intere settimane a discutere su un rigore non dato dove neppure davanti a 100 replay tutti i commentatori hanno la stessa opinione».