AIC AVV. GROSSO, Aspettiamo norma scritta
"Restiamo contrari a ogni trattativa sulla possibilità di allenare separatamente i calciatori e sul loro trasferimento forzoso; sugli altri temi siamo aperti, ma vogliamo vedere la norma scritta. Non abbiamo mai ricevuto un testo scritto della proposta della Lega, domani ci sarà una seduta apposita per affrontare questo punto". Intervenendo ai microfoni di RadioSei, l'avvocato Leonardo Grosso, vicepresidente dell'Aic, affronta il discorso legato al possibile sciopero dei calciatori. "La scelta della cura medica in ultima analisi spetta al calciatore. La diatriba è nata per il caso di due calciatori famosi della massima serie, e ora si vuole forzare la mano - precisa Grosso -. Ci sono sempre maggiori infortuni in partita visti i ritmi delle stesse, per noi è giusto che la società paghi, anche quando il calciatore ricorre a specialisti esterni. Certo, in casi particolari il percorso terapeutico va deciso insieme, ovviamente è impensabile che sia il calciatore a pagare ogni qualvolta decida per medici diversi da quelli indicati dal club. Stiamo trattando, ma aspettiamo una norma scritta perché in questi casi anche una parola può cambiare il senso della norma". Altro argomento che scotta è quello relativo alla composizione dei collegi arbitrali: "I presidenti dei Collegi vengono accettati solo formalmente da Lega e Aic, ormai è una prassi che si accettino i nominativi indicati dalla controparte da mettere nella lista da sorteggiare, è un automatismo che va cambiato.
Non è un problema semplice da affrontare - specifica il vice di Campana -, anche perché parliamo di magistrati di alto profilo, ma non tutti posseggono le abilità operative necessarie e specifiche sui temi trattati". Tornando al discorso sui fuori-rosa: "Servono per far prolungare i contratti o cedere i calciatori un po' resistenti - afferma Grosso -. Si è ipotizzata l'adozione del modello francese, che è praticamente impossibile perché in Francia è previsto un limite di 25 calciatori tesserabili per ogni squadra - sottolinea l'avvocato -. Nel loro contratto collettivo gli esuberi sono già normati in partenza, da noi non ci sono limiti al numero dei calciatori, quindi parliamo di proposta inadeguata". A conclusione dell'intervento l'avvocato spiega l'attuale vuoto normativo e parla delle urla di Lotito delle ultime riunioni: "Va specificato che per chi ha firmato contratti o rinnovi prima del 30 giugno 2010 fa fede il vecchio accordo collettivo, quindi se un calciatore viene messo fuori rosa può adire le vie legali rivolgendosi al Collegio arbitrale. L'esuberanza del presidente della Lazio? Alle sue urla siamo abituati, ormai le accogliamo con il sorriso - conclude -, è un dirigente capace ma, come gli dico spesso di persona, ogni tanto esagera".