AG. TORREGROSSA, Brescia classifica compromessa
Davide Torchia, procuratore sportivo che tra i suoi assistiti ha anche Daniele Rugani della Juventus ed Ernesto Torregrossa del Brescia, è intervenuto in diretta nel corso di Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio esordendo nel suo ragionamento parlando dell'attaccante delle Rondinelle ma anche della situazione legata a Mario Balotelli: "Al di là dei singoli, la posizione di classifica è complicata, quella che ha il Brescia. Dalla sua c'è il dubbio sulle tante partite ravvicinate, che magari potrebbero stravolgere le posizioni di classifica. La situazione però è un pochettino compromessa: riconosco che poteva succedere, però non sono arrivati dei danni al club. Ho sempre un occhio particolare, perché noi in Italia teniamo molto al campanile: non avendo speso cifre assurde per stranieri mistici, il danno economico è relativo. Se non ti dissangui, puoi rimettere in piedi qualcosa di buono negli anni successivi per il proseguimento del club. Il Brescia questo ha fatto. Su Balotelli dico che sappiamo tutti le grandissime qualità che ha ed ha avuto, non vorrei fare la radiografia dei suoi problemi caratteriale, ma non è riuscito ad esprimere tutto il potenziale. Da fuori, vedo che c'è stato qualche problema d'assimilazione tra calciatore e club, mettiamola così. Bisognerebbe sapere per bene come stanno tutte le cose".
Cosa le ha raccontato Rugani del ritorno alla normalità?
"Posso dire che lo stare tutti fermi non è stato un bene per nessuno, però ha dato possibilità a lui di poterla digerire con calma: non ha avuto sintomi gravi del Covid-19, che avrebbero potuto dare complicanze sul recupero fisico ed emotivo e i tanti giorni di quarantena gli ha permesso di tornare piano piano a tornare in forma con i vari step degli allenamenti. L'ho sentito anche oggi: è molto carico e si sente bene, senza nessuno strascico. Si è visto anche con Dybala: pure lui è stato colpito, però ha reagito, giocando subito due partite di seguito. Psicologicamente se fosse rimasto solo lui fermo avrebbe creato problemi, ma dato che lo sono stati tutti, è d'aiuto".
Cosa rappresenta per lui questa seconda parte di stagione?
"Parlando di medie, volevo ricordare che per scelte tecniche in difesa il mister Sarri preferisce non cambiare molto. Anche prima dell'infortunio di Demiral, lui e Chiellini si vedevano poco. Si sono visti i due più impiegati, e gli altri che invece si sono spartiti pochi spazi. In termini di impiego le cose vanno valutate anche nella misura delle percentuali di possibilità. Non è una critica verso Sarri, ma dico che a Pistoia piove e ad Abu Dhabi no: l'allenatore fa giocare tutte le partite al portiere, tranne che per Buffon ogni tanto, i due difensori, due centrocampisti e l'attaccante centrale. Se su dieci partite in cui avresti chance ne fai quattro, hai giocato per il 40%. Potrebbero esserci ora più possibilità per tutti, visto che la Juve ha anche diversi infortuni, ma non saprei dire chi entra, come e quando. Qualcosa in testa c'è sicuramente. Volevo aggiungere un'altra cosa".
Prego.
"Questo va a coinvolgere anche la campagna acquisti: si vive una situazione compressa ed accavallata, che potrebbe finire a metà di agosto e si parla di riprendere subito al 12 settembre, in un calendario che dimentica la Nazionale. I giocatori si faranno giusto dieci giorni alle terme, poi dovranno rientrare: le società devono calcolare che non si fa in tempo a finire il Giro d'Italia, e la settimana dopo inizia il Tour de France. Si riattacca subito e vedremo chi riuscirà a reggerlo meglio".
Diventa complicato allora anche capire come valutare Rugani.
"Ci sono infortuni e recupero in corso, devi stare attento tra l'esser troppi e il trovarti corto. Con un mercato così compresso, magari prendi due calciatori e ne vendi uno, ma c'è intanto da finire quello che fai adesso, e poi in un mese devi fare tutto alla svelta, rincorso dalla fretta".
Rugani è ancora un patrimonio di campo di questa società?
"Per quanto riguarda le partite, in questi ultimi anni in cui la Juve è entrata tra i migliori dieci club d'Europa, ha avuto nella linea tre come Barzagli, Bonucci e Chiellini, per più di qualche anno i più forti d'Europa per come era assortito il trio. Togliere il posto in Nazionale a Zoff non è facile. Delle 250 partite che più o meno ha fatto la Juve in questo ultimo periodo, farne 120 non è poi così male, è quasi il 50%, e significa non essere stato una comparsa, ma aver dato un contributo. Poi si valuteranno tutte le opportunità a fine campionato, fermo restando che la Juve è sempre stata contenta del calciatore. A me di beneficenza non ne hanno mai fatta, e ognuno ha quello che si merita. Normale che ci sia una valutazione di questo tipo, ma con grande serenità perché parliamo di un giocatore che ama il club d'appartenenza, e preferisce sempre stare lì e lottare. Nella vita poi niente è per sempre, e se ci saranno opportunità le analizzeremo con la Juve, ma ora è prematuro".