ABETE, Convoca Lippi per imporgli maggiore calma
"Sì, sono incazzato: i fischi sono stati vergognosi, noi siamo i campioni del mondo. E poi, a lavorare vadano loro...". Così Marcello Lippi ha tuonato una settimana fa, mercoledì 15 ottobre a Parma. Così era finita Italia-Cipro, con gli azzurri già qualificati per il Mondiale del Sudafrica. Il ct non aveva gradito affatto i cori che invocavano Cassano (dovrà farci l'abitudine) e nemmeno i fischi per il pessimo gioco della squadra (dovremo farci l'abitudine?).
E così, è sbottato. Un comportamento preoccupante, ad un anno dal Sudafrica: tanto che di questo si parlerà nel vertice convocato a Roma, in Federcalcio (domani pomeriggio). Vertice già previsto con lo staff azzurro, ma l'occasione giusta per il presidente Giancarlo Abete di ribadire al ct alcuni concetti molto chiari. Abete ci è rimasto malissimo: lui tiene all'immagine della Nazionale, tanto da aver costituito il Club Italia e aver pensato anche ad una tessera dei tifosi azzurri.
E la Nazionale ha sempre avuto tifosi encomiabili, in casa come in trasferta: solo un gruppuscolo di estrema destra, chiamato Ultras Italia, ha creato qualche problema a Sofia e si esibisce a volte in saluti romani (è successo anche a Dublino, in occasione dell'inno di Mameli e al termine della partita). Ma è una frangia che viene tenuta sempre sotto stretta osservazione dal Viminale e non ci sono allarmi particolari.
Allarmante invece il comportamento di Lippi: a volte, lasciato solo, va fuori le righe. Già successo, soprattutto quando era all'Inter. Ma non per questo è previsto che abbia un "tutore" in Nazionale: non lo accetterebbe mai, né viene ritenuto necessario da Abete. Ma ci vorranno comunque regolare chiare: la Nazionale può già contare su Gigi Riva, appassionato e preparato capo delegazione. Lo stesso Abete è sempre presente e in più da quest'anno c'è anche il direttore generale, Antonello Valentini. Insomma, Lippi non è certo lasciato solo. Ma deve imparare ad accettare le critiche.
Siccome non dirà mai il vero motivo per cui non chiama Cassano in azzurro, ecco che deve rassegnarsi ai cori e agli striscioni che invocano il talento blucerchiato. Prossimo appuntamento, il 14 a novembre a Pescara: amichevole pro-Abruzzo con l'Olanda. Sperando in un ambiente più sereno. Non dimentichiamo che Lippi ci ha portato il titolo mondiale, tre anni fa, ma anche lui deve imparare a frenare il suo carattere sanguigno. Per il bene azzurro.