IL FESTIVAL DELLE POLEMICHE, PORCHERIE A PARTE MA PERCHÉ ROCCO HA DAVVERO PRESO LA FIORENTINA? PER VENIRE A FAR GUERRA A TUTTI? E COMUNQUE HA SENSO IL MURO CONTRO MURO? OCCORRE UN MEDIATORE LO FACCIA BARONE. E POI C’É LA JUVE…

Nella settimana che avvicina alla sfida con la Juventus, forse quest’anno un po’ meno sentita per via del bailamme di eventi e parole, la Firenze sportiva è tutto un festival di polemiche e partiti in lotta, al centro d’ogni cosa la piccola contestazione col Bologna e le vulcaniche parole del presidente Commisso che dopo averne dette e ridette all’odiata categoria dei giornalisti, distribuendo loro scarsi voti in pagella, se l’è presa pure coi tifosi definendo tout court "porcherie" le critiche ed i fischi del pubblico pagante.
Un quasi inedito poiché in Italia il tifoso lo si blandisce sempre, anche e soprattutto quando sbaglia, e stavolta sarebbe dura sostenere che abbiano sbagliato i migliaia del Franchi che hanno manifestato il loro scontento per una sconfitta in casa col Bologna.
E hanno dovuto vedere il loro centravanti, Jovic, che pesticciava il campo senza strusciarne una, come quello che si è alzato la domenica mattina, dopo un sabato da leone, con il mal di pancia, la barba lunga e gli occhi impastati di sonno, sovrastato dalla riserva del centravanti avversario, eppure i clienti paganti (Cognigni dixit) dovevano starsi zitti secondo Commisso, ma anche secondo Italiano, della serie vietato parlare al conducente.
Comunque la canzone di Rocco, già udita per altro, non si piazza benissimo nella classifica della sala stampa e anche il pubblico viola non pare apprezzarla granché, salvo nicchie un po’ reazionarie che rimangono innamorate dei loro "io sto con Rocco" e "allora comprala te", per il resto è acerrimo lo scontro tra corifei e censori, ultras della proprietà più che della Fiorentina e critici del recente andazzo, tecnico e societario.
Moltissimi se non quasi tutti convergono adesso sul fatto che in casa viola vi sia un grosso problema di proprietà, ma ancor di più di dirigenza.
Sulle "porcherie", così ha definito Commisso i fischi allo stadio, c’è poco da commentare, tranne il sollievo che l’italo americano non faccia il cantante a Sanremo o peggio all’opera, viceversa sarebbe un emulo di Blanco e poveri fiori.
Ma una domanda sorge spontanea, come avrebbe detto Lubrano: Rocco Commisso è venuto da al di là dell’oceano per fare la guerra a tutti?
Guerra al palazzo del calcio italiano, all’amministrazione comunale fiorentina, ai giornalisti ed ora anche ai tifosi viola.
Ha preso la Fiorentina non per cocente passione calcistica perché del pallone gliene interessa il giusto, altrimenti coi suoi mezzi avrebbe fatto ben altre pazzie, insomma non sembra un Massimo Moratti per intendersi né un Franco Sensi che bruciò il suo ingente patrimonio per regalare alla Roma lo scudetto.
Non ha preso la Fiorentina perché voglia usare il calcio come volano per la politica, non è un Silvio Berlusconi in tal senso.
Non l’ha presa per entrare nel salotto buono degli affari italiani come un Della Valle.
E allora perché?
Questo, Rocco Commisso non ce l’ha mai veramente spiegato.
Intendiamoci, le nostre sono solo domande, confessiamo di non avere risposte, solo qualche ragionamento ed ipotesi.
Possibile che abbia fatto tutto per arrivare a costruire il Viola Park o lo stadio quando l’ipotesi di poterlo realizzare come privato era ancora in piedi?
E’ davvero così appassionato di architettura? Oppure punta solo ad avere un asset, il club viola, comprato a buon prezzo ( come disse pubblicamente lui stesso ) che con una struttura da 100 milioni di investimento in pancia ne renderà il valore molto maggiore in futuro?
Insomma tutto solo a beneficio dei fortunati eredi?
Qualunque sia la risposta, le posizioni appaiono rigide e ci si domanda ancora ( giuriamo si tratta dell’ultima domanda) se abbia senso per la piazza viola andare ad un muro contro muro, per altro con un miliardario di 74 anni caparbio e con grandissima autostima, il quale si è detto pronto a tenersi la Fiorentina anche solo per puntiglio, difendendo e lasciando in carica i suoi dirigenti, qualunque cosa accada, cui prodest?
Va da sé che occorra trovare una mediazione, un nuovo modo per parlarsi.
La chiave di volta potrebbe essere proprio l’oggetto, o una parte dell’oggetto del contendere, quel dirigente, uomo di fiducia, amico di Commisso, Joe Barone.
Barone parla con Commisso, anzi nella Fiorentina sembra l’unico che possa permettersi di consigliare il patron.
Se Barone prendesse atto di essere una parte del problema, potrebbe fare un passo indietro, o di lato, dimostrando anche di essere diventato un saggio dirigente calcistico, migliore di quanto molti gli riconoscano, un Barone pacificatore che prendesse atto di non essere il più adatto a scegliere i calciatori, del resto lo dicono i fatti e i numeri di questi anni, potrebbe aiutare a risolvere l’impasse, ovviamente insieme a qualche risultato positivo della squadra, senza di quelli nel pallone le cose non migliorano.
E poi c’è la Juventus.
Già c’è la Juve…..
Stavolta la sfida storica sembra meno sentita del solito, ma occhio che è un trucco, occhio al veleno dei bianconeri, ci sono gli ex e poi Rocco ha parlato quasi come parlò il conte Pontello quando chiamò Agnelli ‘quel metalmeccanico di Torino, perciò i bianconeri ancorché in un periodo negativo, saranno avversari difficili, feriti ed arrabbiati.
E per la viola una brutta sconfitta in un periodo così denso di polemiche sarebbe un disastro, quindi per Italiano e i suoi s’impone il consiglio di camminare raso raso ai muri fermi nella consapevolezza che le critiche e i fischi sono incerti del mestiere come la gloria e i milioni ne sono i vantaggi.
Alcune persone si lamentano che le rose abbiano spine, io sono contento che le spine abbiano rose, diceva Alphonse Karr, giornalista e scrittore al quale forse Commisso non darebbe 2 in pagella.
Pax vobiscum.