CABRAL È UN BOMBER DA GRANDE SQUADRA. ITALIANO HA CREATO UN PROGETTO DOVE COMANDA IL GIOCO DEI SINGOLI. LE VITTORIE DELLA SOCIETÀ. GONZALEZ UN TEMPO DA VERO LEADER

14.04.2023 11:02 di Luca Calamai Twitter:    vedi letture
CABRAL È UN BOMBER DA GRANDE SQUADRA. ITALIANO HA CREATO UN PROGETTO DOVE COMANDA IL GIOCO DEI SINGOLI. LE VITTORIE DELLA SOCIETÀ. GONZALEZ UN TEMPO DA VERO LEADER
FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca

La tempesta perfetta. Il Lech Poznan finisce più o meno come il Braga. Spazzato via già nella gara d’andata. Cambiano i rivali ma, di questi tempi, nelle Coppe la Fiorentina travolge qualsiasi avversario. E in qualsiasi situazione ambientale. Segno di maturità. Italiano non sbaglia una mossa. Si assume anche dei rischi (Ranieri titolare al posto di Igor) perché sente di avere un gruppo nelle condizioni psico fisiche ideali. In questa Fiorentina c’è un’idea comune. La squadra cambia abito ogni tre giorni ma la sostanza resta la stessa perché comanda il gioco. Comandano le idee di Italiano prima ancora dei colpi dei suoi giocatori. Lo spartito fa suonare bene tutti. Il tecnico può cucirsi un’altra medaglia al petto con Brekalo. Lanciato al momento giusto. Può essere una pedina preziosa e inattesa in questo esaltante finale di stagione. E se segna anche Ikonè allora vuol dire che in Polonia  è stata proprio la tempesta perfetta.

Ho aspettato con ansia notizie sullo stato di salute di Gonzalez. Ho tirato un sospiro di sollievo quando Italiano ha detto che l’infortunio dell’argentino non era niente di grave. Evviva. Nico Gonzalez aveva accettato di mettersi in gioco alla vigilia della gara contro il Lech. Non ne aveva l’obbligo. Non era sotto processo. Anzi pochi giorni fa aveva trasformato un rigore delicato nella semifinale di Coppa Italia contro la Cremonese. Eppure ci ha messo la faccia. Come fanno i campioni. Ha promesso  ai tifosi viola  che il vero  Nico stava tornando. E così è stato. Il gol che ha segnato è stato un gesto tecnico speciale. Da vero Gonzalez. Sembra passato un secolo da quando l’argentino è rientrato a Firenze dopo non aver partecipato ai Mondiali. Era stato accusato di pensare solo alla Seleccion. Era finito in un angolo. Da solo. Oggi è tutta un’altra storia e i meriti se li dividono una società che ha saputo perdonarlo, Italiano che l’ha riportato dentro il gruppo e i compagni che gli hanno voltato le spalle. Dimenticavo, anche i tifosi lo hanno aiutato a sentirsi a casa. Quando Firenze fa gruppo diventa imbattibile. La storia di Gonzales suggerisce un bellissimo voto alla società. Oltre a proteggere Nico ha protetto Italiano, Cabral, Dodo. Un progetto tecnico. Facendo muro alle critiche. Non vacillando davanti a numeri (quelli della classifica) che facevano paura. Anche Comisso ha segnato in questi mesi dei “gol” decisivi.

Chiudo con Cabral. All’inizio il brasiliano segnava solo gol belli. Pochi ma belli. Ora segna soprattutto gol importanti. E ne segna sempre di più. Re Arthur merita di essere raccontato con quale aggettivo in più. E’ un ottimo centravanti. Da grande squadra. Nelle ultime gare ha segnato in campionato, in Coppa Italia e in Conference. E’ dentro il progetto di Italiano dalla testa ai piedi. E i compagni lo adorano. Firenze gli ha voluto bene per la sua generosità, per il suo sorriso, per il suo essere sempre disponibile. Ora può amarlo per le magie che regala. E la sensazione è che la storia tra Cabral e la Fiorentina sia solo ai primi capitoli.