UN FILO ROSSO FATTO DI SPERANZE

31.01.2023 11:03 di  Tommaso Loreto  Twitter:    vedi letture
UN FILO ROSSO FATTO DI SPERANZE

Un lungo filo rosso, strettamente legato alla speranza (notoriamente ultima nel gettare la spugna). La fiammella di speranza riaccesa dal gol di Gonzalez che ha raddrizzato la gara dell'Olimpico, quella di veder il proseguimento del secondo tempo con la Lazio anche in coppa contro il Torino (gara fondamentale) e poi ancora le speranze della maggior parte dei sostenitori di vedere un nuovo rinforzo al centro dell'attacco, le stesse che però non paiono in linea con gli intendimenti del club a sua volta nuovamente speranzoso di raccogliere i frutti della semina estiva. 

Nell'ultimo giorno di mercato, nel quale la Fiorentina comunque continuerà a lavorare sulla pista Sabiri sempre più concreta ma pur sempre rinviata all'estate (da ieri l'agente è a Milano e oggi si lavorerà per trovare un punto d'incontro tra offerta e richiesta dopo i primi rilanci di ieri), saranno in tanti a sognare un colpo sul fil di lana, pur esponendosi al serio rischio di scontrarsi contro le volontà societarie disposte a concedere nuova fiducia alle attuali punte.



Sotto questo profilo è inevitabile voltarsi e contare il tempo passato a sperare che l'attacco viola si ritrovasse, ma se questa è la scelta tanto varrà assecondarla negli auspici, e sperando che almeno Brekalo regali nuova freschezza almeno sugli esterni. Seppure il croato necessiti ancora tempo, come Sottil del resto, ritrovare due esterni in più diventare la miglior notizia del dopo gennaio. 

Intanto Italiano ha risposto presente ai mormorii sollevati dal k.o. con il Torino, al cospetto di Sarri (che all'andata aveva capitalizzato al massimo ogni episodio) il tecnico ha rivisto l'impostazione rispolverando un 433 nel quale Barak e Bonaventura sono venuti fuori alla distanza liberando Amrabat da troppi compiti.

Mosse alle quali aggiungere la qualità messa in campo anche da Saponara, e soprattutto da Nico Gonzalez, primissima (e speriamo non ultima) speranza di un po' tutto l'ambiente, club incluso e una volta dimenticate le distanze che avevano preceduto la sosta del mondiale. Segno che, almeno nel caso dell'argentino, era giusto riporre gran parte della fiducia nel suo rientro