SI RIPARTE CON GLI AUTOGOL
Non ci si può distrarre un attimo. Nemmeno il tempo di una vittoria a Lecce utile a conquistare una salvezza che qualcuno sul campo di Via del Mare ha impropriamente festeggiato con pugni stretti, braccia al cielo e urlettini di gioia, che ti ritrovi a pensare alla prossima stagione e ripiombi nello sconforto, con Oriali e Ranieri in pole position per la rifondazione. Avevo scritto e penso sinceramente che basterebbe poco per ricompattare l'ambiente e ripartire tutti insieme verso quegli obiettivi che Firenze merita, una piena responsabilità dei Della Valle sulle scelte future, il riaffermarsi di un'identità precisa, che rilanci la fiorentinità (non tanto nelle facce dei dipendenti ma nei progetti da mettere in campo e nel carattere della squadra) e affermi un calcio di qualità, votato al gioco propositivo e d'attacco. Cose semplici, basiche, come direbbe chi parla e scrive bene ed è spesso ascoltato dalla proprietà. Tutti questi pochi concetti dovrebbero essere ricondotti alla scelta dei due uomini essenziali per la ripartenza, il direttore sportivo e l'allenatore. La prima figura per una squadra che non punti a vincere lo scudetto o la Champions, non abbia la possibilità di ingaggiare top player e debba puntare su giocatori giovani e di talento e, probabilmente, su “scommesse” da rilanciare, immagino dovrebbe avere alcuni requisiti imprescindibili. Ambizioso, appassionato, lavoratore instancabile, gran conoscitore del calcio italiano, europeo e mondiale, ricco di idee (anche controcorrente) e coraggioso. Domanda a tutti voi che leggete: Lele Oriali risponde a questo identikit di base? Temo di no ma, nonostante questo, ne apprezzerei la scelta se fosse propedeutica all'arrivo di un “vero” ds, di un uomo che vive di calcio da mattina a sera e conosca tutto del calcio e dei calciatori. Addirittura, mi andrebbe bene anche un Oriali direttore generale, uomo forte della società, che ne rappresenti l'immagine nei constesti più disparati e un Eduardo Macia (o chi per lui) uomo operativo a scandagliare il mercato per costruire la squadra del futuro. Anche perché, non conoscendolo personalmente, faccio riferimento ai giudizi lusinghieri sulla persona Oriali che un po' tutti, in pubblico e in privato, mi hanno esposto e, per questo il suo arrivo a Firenze con un incarico giusto potrebbe essere il benvenuto. Ma, ripeto, con l'incarico giusto. E veniamo a Claudio Ranieri. Ranieri sarebbe un ritorno, essendo già stato a Firenze dal 1993 al 1997 e conquistando una promozione in A, una coppa Italia e una supercoppa italiana, oltre alla semifinale di coppa delle Coppe eliminato al cospetto del Barcellona di Ronaldo. E', Claudio Ranieri, il tecnico più vincente degli ultimi venticinque anni di Fiorentina ed è quello, dopo Prandelli, ad aver resistito di più a Firenze. Dico questo per segnalare che so e ricordo bene chi è e cosa ha fatto Ranieri nella Fiorentina di Cecchi Gori. Ma so anche e ricordo bene il modo in cui Ranieri si è congedato da Firenze e dai tifosi della Fiorentina, quel famoso “vi meritereste 10 anni di B” che sanci il divorzio e il memorabile striscione della Fiesole “Ranieri facci l'ultima magia, sparisci” con cui venne salutato. Da allora Ranieri ha allenato tanto, fra cui la Juventus e la Roma (le rivali storiche), prima dell'ultimo periodo all'Inter ma ormai anche queste, con i tempi che corrono, sarebbero quisquilie. La verità è che oggi Claudio Ranieri è un uomo di 61 anni, malvisto dalla piazza, portatore di un calcio che non piace e che offre ben poco allo spettacolo, un calcio fatto di individualità e motivazioni, un calcio che Firenze difficilmente potrà esprimere. E' Ranieri quanto di più distante ci sia dal propotipo dell'allenatore ideale per ripartire a Firenze con una squadra che debba far reinnamorare la piazza col gioco, è quanto di meno utile a ridestare quell'entusiasmo che potrebbe permettere alla campagna abbonamenti di non trasformarsi in un bagno di sangue, sarebbe, la scelta di Ranieri ,il primo autogol della nuova fase, e non un autogol da poco. Ma, si dice, Ranieri piace a Diego Della Valle, che ne avrebbe parlato con Montezemolo, che ne avrebbe parlato con Tronchetti Provera che ne avrebbe parlato con Moratti. Fossi malizioso penserei che per liberarsene mezzo stipendio fiorentino potrebbe pagarglielo addirittura Moratti, magari con i buoni uffici di Oriali che Moratti non vuole a Milano ma che, stando a Firenze, non potrebbe parlare male dell'Inter in tv. Dietrologia pura. E allora mi taccio e attendo che le scelte diventino ufficiali, sperando che gli autogol siano finiti e che qualcuni spieghi a Diego un po' di storia viola.
Leonardo Petri
giornalista di Canale10