RIBERY QUASI VIOLA: ORE DECISIVE, TRATTATIVA A OLTRANZA. LO VUOLE ROCCO. ESCLUSIVO: PERCHÉ COMMISSO NON PUÒ VENDERE CHIESA. PRADÈ HA UN BUDGET DI 30 MILIONI. CHIESTO BERARDI AL SASSUOLO. TONELLI SOLO IN PRESTITO, SPUNTA MAMMANA

20.08.2019 00:00 di  Enzo Bucchioni  Twitter:    vedi letture
RIBERY QUASI VIOLA: ORE DECISIVE, TRATTATIVA A OLTRANZA. LO VUOLE ROCCO. ESCLUSIVO: PERCHÉ COMMISSO NON PUÒ VENDERE CHIESA. PRADÈ HA UN BUDGET DI 30 MILIONI. CHIESTO BERARDI AL SASSUOLO. TONELLI SOLO IN PRESTITO, SPUNTA MAMMANA
© foto di Federico De Luca

Ribery è vicino alla Fiorentina, la trattativa va avanti a oltranza, sarebbe un gran colpo e vi spiegherò tutto fra poco. 

Ora però permettetemi di svelare un retroscena. Attorno alla vendita lampo della Fiorentina sono nati tre interrogativi che almeno fino ad oggi non avevano trovato risposte convincenti. In particolare ci siamo spesso chiesti (uno) come mai i Della Valle d’improvviso hanno deciso di cedere a una cifra molto inferiore ai 250 milioni da sempre pretesi? 

Ma non abbiamo mai capito fino in fondo (due) neppure l’esigenza della vecchia proprietà di fare un comunicato ufficiale per dire che non c’erano accordi o vincoli per la cessione di Chiesa. Ci sembrava superfluo. 

E, calcisticamente parlando, ha sorpreso anche Rocco Commisso (tre) che appena diventato proprietario della Fiorentina, senza valutare la situazione e senza ascoltare alcuni manager favorevoli alla cessione, da subito, abbia detto decisamente: Chiesa non è in vendita, almeno per un anno resterà a Firenze. 

Perché lo hanno fatto?

La risposta a tutti e tre questi interrogativi sta proprio negli accordi per la vendita e oggi possiamo svelare il mistero. 

Diego Della Valle ha accettato di scendere da 250 milioni ai circa 170 proposti dagli americani, ma soltanto a una condizione: non vendere Chiesa. Va bene fare sconti, ma svendere no. E se ci pensiamo bene, senza questa clausola, Rocco in teoria avrebbe potuto vendersi Chiesa a 80-100 milioni e forse più, pagando così la Fiorentina una vera sciocchezza. DDV ha voluto salvaguardare la bontà economica dall’operazione, fra un anno poi quello che sarà sarà. Il comunicato della società su Chiesa è stato un voler ribadire pubblicamente questa posizione, per evitare equivoci di sorta e smentire accordi pregressi che potessero annullare l’intesa di non-vendita. Rocco è sempre stato deciso e non ha mai mollato dal  “non si vende” perché, chiaramente, vincolato agli accordi con Diego Della Valle.

Ora è tutto più chiaro ed ho cercato di capire fino in fondo anche per rispondere a chi continua a scrivere o a dire che Chiesa andrà di qua, che Chiesa andrà di là. Chiesa, anche volendo, non può andare da nessuna parte, almeno per quest’anno. Anche volendo, ammesso e non concesso, Rocco non l’avrebbe potuto vendere se non violando l’accordo con Diego Della Valle. Non sappiamo se il patto è presente nel contratto di vendita con una postilla (possibile), ma per Rocco Commisso una stretta di mano vale come un contratto.

Infatti, se analizzate bene le parole del Presidente viola, ha sempre parlato del vincolo di un anno, l’anno prossimo si vedrà, Rocco sarà libero di confermare ancora Chiesa o magari di venderlo. Deciderà lui in assoluta autonomia.

Spero che vada in archivio l’argomento, ma non mi illudo. Basta vedere l’affare Balotelli dato alla Fiorentina in più occasioni con copertine e copertine mentre Pradè non lo ha mai cercato e ve l’abbiamo scritto decine di volte. Misteri di certi fenomeni del mercato. 

Ora passiamo a cose più eccitanti. Ribery è una pista concreta, si tratta a oltranza nella notte per trovare un accordo e portare il francese in viola subito per farlo debuttare sabato contro il Napoli

Il giocatore, 36 anni, svincolato dal Bayern di Monaco ha detto no alle proposte provenienti dalla Russia e non ha mai mostrato interesse per il calcio cinese. Non è a caccia di soldi e cerca invece di chiudere la carriera con due obiettivi: trovare una sistemazione in una piazza che dia emozioni, che lo elegga a idolo e nello stesso tempo trovare una sistemazione gradita alla famiglia che, appunto, non vuole Russia o Cina. 

La proposta della Fiorentina è partita, sei milioni di ingaggio per due anni più bonus. La richiesta è stata otto, la distanza non è abissale. Fra l’altro le commissioni non dovrebbero essere alte, non raioliane per intenderci, perché Ribery si è sempre gestito a livello quasi familiare. A dare una mano alla Fiorentina ci si è messo anche Luca Toni che ha giocato con il francese nel Bayern, è stato facile sponsorizzare Firenze via Twitter, il calore dei tifosi, la straordinarietà delle piazza. 

Ribery ha aperto alla trattativa e sta seriamente riflettendo. 

Ieri si è sbilanciato clamorosamente con un tweet che sa di buono: sono pronto per una nuova sfida. A Firenze? Lo corteggiano anche in Turchia, in teoria può prendere ancora tempo. 

Quanto tempo gli concederà invece la Fiorentina? 

Non moltissimo. L’idea è quella di chiudere l’accordo fra oggi e domani per far presentare Ribery nella giornata di venerdì da Rocco Commisso di ritorno a Firenze per l’inizio del campionato di sabato prossimo. La sensazione è che Ribery sia molto tentato, la trattativa a livello di manager va avanti a oltranza per trovare una sintesi, l’accordo soprattutto sui bonus e sulle garanzie tecniche del progetto Commisso. 

Certo che un giocatore come questo, sostanzialmente ancora validissimo nonostante l’età, ha le caratteristiche giuste per infiammare Firenze e alzare il livello tecnico e di personalità della squadra. Pradè ci ha abituato a colpi così, da Pepito Rossi a Mario Gomez, da Joaquin a Pizarro, è nelle sue corde.

Del resto il mercato viola deve decollare, dopo Ferragosto è il momento giusto. Pradè ha un budget di circa trenta milioni di euro per completare un organico che ha bisogno di qualità e degli innesti giusti. Come già detto la priorità è l’esterno offensivo.

In attesa di Ribery il Ds viola tiene aperte tutte le trattative e monitorate le situazioni. Dopo un timido sondaggio conoscitivo si è mosso direttamente con il Sassuolo per chiedere di Berardi. La risposta l’ha gelato: 45 milioni. Ma Pradè non si scoraggia è convinto che prima della fine del mercato lo scenario sia destinato a mutare. Non ha smesso di pensare neppure a Suso nonostante la chiusura del Milan. Se i rossoneri prenderanno Correa dall’Atletico probabilmente Suso tornerà sul mercato. E Pradè ci sarà. Fari accesi anche su De Paul (ovvio), ma cresce la sensazione che l’Udinese non solo non sia disposta a scendere sotto i 35 milioni, ma stia pensando a non vendere più l’argentino. Piace anche Politano e non da oggi. Tempo fa vi abbiamo svelato il patto Pradè-Ausilio con obiettivo finale Chiesa per l’anno prossimo e Politano era nel pacchetto come Biraghi, Dalbert e Borja Valero. Per Conte però Politano è incedibile. Ma visto che l’allenatore lo vede seconda punta, ora che è arrivato Sanchez e c’è già Lautaro Martinez, potrebbe cambiare idea.

A proposito di Inter, ieri nessun contatto. Pradè aveva proposto lo scambio Biraghi-Dalbert che è saltato per il no del brasiliano che vuole solo il Nizza. Biraghi ha l’accordo con l’Inter e chiesto la cessione, non a caso ai viola vengono accostati Laxalt in uscita dal Milan e Murru, pallino di Pradè. Aspettando il cash dell’Inter. In difesa con Ceccherini in uscita piace Tonelli, ma solo in prestito mentre il Napoli lo vuole vendere. E allora, della serie a volte ritornano, il ds viola s’è buttato su Mammana (ricordate?) in uscita dallo Zenit di San Pietroburgo che ha rifiutato il Sassuolo. 

Difficile piazzare gli esuberi (Dabo, Eysseric, Cristoforo, Thereau e compagnia), ma anche trovare una sistemazione gradita a Simeone che vuole restare in Italia. Ultimo no al Cagliari, non ci sono altre richieste a meno che l’argentino non si convinca ad accettare la Spagna o il Portogallo. Con Boateng che Montella vede falso nove e Vlahovic che sta esplodendo, il Cholito dovrebbe capire che è difficile la vita da terza scelta.

A proposito di Vlahovic, Montiel e dei baby-viola. L’altra sera hanno risolto la partita e di sicuro il futuro sarà loro. Vlahovic, in particolare, sembra un predestinato. La Fiorentina ha già deciso di tenere in rosa i ragazzini più promettenti (anche Sottil, Venuti e Castrovilli) e Montella li farà sicuramente giocare spesso. Qualcuno però ha dimenticato che il Monza gioca in Serie C e sarà più duro fare la differenza ad alto livello. Meglio quindi non esaltarsi e chiedere i rinforzi che ancora mancano per dare l’ossatura definitiva alla Fiorentina. Solo dentro una squadra fatta si possono inserire i giovani altrimenti si rifà l’errore di Corvino che ha buttato via tre anni in seguendo le pianticelle che stanno crescendo appena ora.