NO AD UN ALTRO ANNO DI MEDIOCRITÀ
E ora? Dopo aver assistito al deludente pareggio contro il Catania occorre andare subito al nocciolo della questione. La Fiorentina, intesa come proprietà, non può permettersi un altro anno di mediocrità, una stagione senza sussulti e senza emozioni. E’ vero, il campionato è iniziato da ‘sole’ sette giornate ma il sospetto di un altro torneo grigio si fa già strada. Il primo scorcio di stagione ha già offerto sufficienti spunti per inquadrare la Fiorentina: nove punti in sette partite, due vittorie (una contro il Bologna penultimo, l’altra col Parma privo di Giovinco), tre pareggi e due sconfitte. Al di là dei numeri comunque sempre importanti, dall’analisi delle gare della Fiorentina emerge la netta sensazione che la squadra sia stata finora impostata per sfruttare l’estro e la classe di Cerci e Jovetic, due giocatori che possono sì fare la differenza ma che non possono rappresentare sempre un’assoluta certezza per i viola. Per adesso però la Fiorentina è stata essenzialmente questa: palla a loro due, nel tentativo che risolvano la gara. Ancora manca quell’idea di squadra e di gioco corale fondamentali soprattutto in alcune partite contro squadre che si chiudono. Il rischio, che si è spesso verificato, è quello della prevedibilità. E’ evidente che in casi del genere sale sul banco degli imputati il tecnico, chiamato soprattutto da questa stagione a dare una precisa identità alla Fiorentina. La società ha ribaito la fiducia nell'allenatore serbo, anche se probabilmente diventeranno decisive le prossime due partite, perchè forse una situazione del genere, con il tecnico sempre sotto esame, rischia di condizionare anche i giocatori. Pure l'ambiente ormai sembra al limite della sopportazione. serve una svolta ma Mihajlovic deve trovarla in fretta, prima che sia troppo tardi.
L’impressione è che l’allenatore non sia riuscito a trasferire neppure quella grinta che lo caratterizzava da giocatore. C’è da chiedersi se la squadra sia un po’ troppo molle, visto che in casa nelle ultime due partite si è fatta sempre raggiungere (con la Lazio anche superare) senza riuscire a difendere il vantaggio. Eppure il Franchi doveva tornare ad essere un fortino... Dal punto di vista della manovra mancano ancora gli inserimenti dei centrocampisti, le sovrapposizioni, il movimento senza palla e spesso la squadra appare un po' troppo lunga.
Andrea Della Valle ha spiegato a fine partita che non importa divertirsi ma contano i tre punti. Osservazione in parte giusta, perchè il divertimento passa attraverso il bel gioco e dal bel gioco arrivano molto spesso anche i risultati. E ora sotto con la Juve.
Lorenzo Marucci