MERCATO, ECCO TUTTI I PIANI DOPO LE PAROLE DI PIOLI. SERVONO 40 MILIONI. MA RESTA L’AUTOFINANZIAMENTO. QUINDICI GIOCATORI DA VENDERE PER FARE CASSA. PORTIERE: VIA SPORTIELLO, CEROFOLINI TITOLARE E VICE UNO ESPERTO. BADELJ, DUE SETTIMANE PER SAPERE
Quinto anno dell’era Corvino senza Europa. Quasi un record. Con il Corvo al comando nel 2010 la Fiorentina finì undicesima, poi nona, infine tredicesima nell’anno del licenziamento del direttore sportivo. Ottava l’anno scorso dopo il ritorno del 2016, e ottava quest’anno con tre punti in meno in classifica a fronte di cento milioni spesi per il mercato. Sottolineo, solo per il mercato giovani compresi. Sono numeri che da soli, in una società normale, dovrebbero portare a un cambio immediato della guida della direzione tecnica. Guarda caso il primo periodo corviniano fini con cinque gol presi dalla Juve, questa volta li ha segnati il Milan. Se qualcuno volesse ascoltare il destino…
Comunque, a questi numeri vanno aggiunte le parole finalmente chiarissime di Pioli che al termine della disastrosa gara con il Milan ha detto quello che noi stiamo scrivendo da mesi e mesi: in questa squadra ci sono soltanto 9-10 giocatori da salvare. Da Fiorentina.
Quindi tutti gli altri, una quindicina, non sono da Fiorentina, come abbiamo sempre sottolineato noi fin dall’esatte scorsa man mano che Corvino li portava a Firenze.
Poi, dopo l’outing tecnico, Pioli ha guardato avanti: servono quattro-cinque giocatori buoni per alzare il livello della rosa, renderla omogenea e competitiva per provare l’attacco all’Europa League.
E anche questo era abbastanza chiaro a tutti noi da tempo, ad eccezione dei trombettieri, degli sbandieratori e del club della bistecca che fanno i loro interessi e non quelli della Fiorentina.
Bene. Siamo tutti d’accordo con Pioli. Evviva la sincerità di Pioli che ha detto certe cose anche per mettere le mani avanti. Adesso cosa succederà?
Per fortuna alla partita col Milan c’era il patron Diego Della Valle che mi raccontano molto indispettito per quanto gli è toccato vedere. Di solito la sua presenza porta bene, questa volta non è riuscito nel miracolo. Un miracolo che, a occhio, sarebbe stato complicato anche per qualche altro più in alto di Diego…
Dunque, speriamo che Diego si sia accorto come siano stati spesi i suoi soldi. I quattro milioni e mezzo per Bruno Gaspar, più o meno lo stesso per Cristoforo, Eysseric, Maxi Olivera, Thereau e la lista sarebbe lunga. L’ho già fatta molte volte. Mi fermo qui. Qualcuno dice che altri giocatori sono buoni. E’ vero, ma quelli costano. Veretout è stato pagato otto come Vitor Hugo, Pezzella dieci, Benassi tredici, Simeone diciotto con i bonus. E allora?
Se Pioli vuole quattro-cinque giocatori buoni servono quaranta-cinquanta milioni per fare mercato. Da qui non si scappa. I giocatori buoni costano e la Fiorentina è obbligata a fare un salto in avanti. E’ finito il tempo degli esperimenti, delle pianticelle, delle scommesse, delle corvinate. E’ l’ora di costruire una squadra vera, come ha detto Pioli, con due titolari per ogni ruolo (almeno nei ruoli fondamentali), con un mix di qualità ed esperienza.
E’ in grado Corvino di fare un mercato del genere? Ha ancora la forza politico-calcistico? Non lo so. Mi auguro di sì. Spero smentisca le mie perplessità e torni a fare un mercato vero, riporti a Firenze dei giocatori all’altezza. Ieri m’è venuto il magone. Tre anni fa in maglia viola c’era Salah, oggi c’è Gil Dias. Non chiedo dei Salah, naturalmente, ma un deciso salto in avanti che riporti questa squadra e questa società dove dovrebbero stare stabilmente, in Europa League.
E lo dico direttamente anche ai Della Valle. L’Europa League non è un regalo per nessuno. La Fiorentina società è sesta in quasi tutti gli indicatori economici della serie A, ha fatturati e introiti televisivi da sesto posto. Tutte le volte che non si arriva in Europa significa che la stagione è andata male, non si è fatto buon calcio. Questo deve essere chiarissimo a tutti, anche ai noti venditori di fumo.
E allora torno a bomba: c’è la volontà vera di tornare a fare buon calcio per allestire la squadra che il nome della Fiorentina, la città di Firenze e i tifosi meritano?
Non facciamoci prendere dall’entusiasmo, lo dico con la franchezza che mi è abituale, non facendo parte degli illusionisti. Avevo pensato e chiedo scusa per averlo fatto, che il ritrovato entusiasmo di Diego portasse anche all’avvelenamento dei serpenti che di solito il patron tiene nelle tasche dei pantaloni. E invece no. Tenetevi forte: la Fiorentina prosegue con l’autofinanziamento.
E allora chi darà i soldi a Corvino? Dovrà essere bravo lui, è la sua ultima sfida. Quasi sicuramente sarà confermato anche se la decisione finale non è ancora stata presa, ma dovrà ancora arrangiarsi con le cessioni per rimediare agli errori fatti nei precedenti mercati.
Nessuna cessione eccellente, sia chiaro. Il grosso di quello che sarà reinvestito quest’anno dovrà arrivare proprio da quella quindicina di giocatori non da Fiorentina che ha comprato negli ultimi due anni e dovrà rimettere sul mercato. Pioli non li vuole più. Con la vendita dei vari Bruno Gaspar e compagnia dovrà essere rifinanziato il grosso del mercato. E pazienza se ci saranno delle inevitabili minusvalenze, l’importante è fare cassa. In sostanza, facendo il conto della serva, vendendo questa quindicina di giocatori ora in rosa, Corvino dovrà portare a casa 20-25 milioni. Non è facile, ma neanche difficile. In fondo è poco più di un milione ciascuno.
Tutto qui?
No, oltre a questa cifra, una quindicina di milioni Corvino li potrà ottenere dall’avanzo di cassa di 37 milioni che però servono anche per la gestione societaria.
Oggi deve essere chiaro a tutti, anche se i trombettieri faranno finta di non capire, Corvino su indicazione del suo allenatore dovrà rimettere sul mercato quindici giocatori che ha comprato negli ultimi due anni. Due anni sbagliati. Comunque non mi meraviglio, più o meno la stessa cosa è accaduta a Bologna, alcune scommesse corviniane, sono ancora in rosa inutilizzate.
Dunque la strategia è chiara. Una decina confermati, quindici da vendere per trovare i soldi per comprarne cinque buoni. E il resto della rosa per arrivare a venticinque?
Sarà fatto con i giovani giudicati pronti per il lancio o pronti in assoluto, fra quelli in rosa, quelli in Primavera e altri ora in prestito. Pioli li poterà a Moena per valutarli appieno.
A questo proposito pare si stia chiarendo la vicenda portiere. Sportiello non sarà riscattato, Dragowski pagato tre milioni (ma perché con tutti i bravi portieri giovani in rosa?) farà parte dei quindici da vendere. L’idea è quella di affidare la porta a Cerofolini mettendogli alle spalle un portiere esperto affidabile. Per quel che conta sono d’accordo, è ora di smettere di crescere i giovani e poi non fidarsi, svenderli come fatto anche l’anno scorso. Vedi Mancini, ad esempio. A proposito, dall’Atalanta c’è da imparare. Quando sei chiaro sulle scelte, hanno una logica, anche i tifosi ti seguono.
Su Badelj, invece, nessun passo avanti. La cifra offerta (1,3 per quattro anni) per me è bassa, ma il giocatore sta comunque riflettendo. Gli dispiace lasciare Firenze, andrà via soltanto se arriverà l’offerta da una squadra di alta levatura. Comunque entro un paio di settimane, prima del Cda, si dovrà arrivare alla definizione per completare le strategie.
Dell’autofinanziamento abbiamo detto. Non sarà alzato di molto neppure il monte ingaggi. Anche qui sconfessate tutte le dichiarazioni giustificative di Corvino. Gli hanno detto di pagare meno giocatori e pagare meglio quelli buoni. L’uovo di Colombo. Quei quindici in uscita hanno uno stipendio che sarà spalmato per i cinque buoni che dovranno arrivare. Sempre facendo il conto della serva. Ma la serva, spesso, i conti li sa far bene.
Ora qualcuno si chiede chi sono i nove-dieci salvati da Pioli. Lo avevo scritto due settimane fa e ci riprovo, vediamo se li becco: Simeone, Chiesa, Veretout, Dabo, Benassi, Hugo, Pezzella, Saponara, Milenkovic e Biraghi. Più Badelj se resta. Il problema è chi comprare, ma per ora questo non lo sa neppure Pioli. Si farà un vertice a giorni con Cognigni e Andrea Della Valle, supervisore Diego.
Ultimo input per Corvino: non dovrà ripetersi una situazione simile all’anno scorso. La squadra dovrà essere pronta al novanta per cento per il ritiro di Moena per evitare un’altra partenza ad handicap. Morale? Un mese e mezzo di duro lavoro per dare un senso a una squadra che oggi un senso non ce l’ha. O ne ha poco.