LA DOPPIA CIFRA DELLA CITTADELLA VIOLA: UN DECENNIO DI PROMESSE, DIECI ANNI SENZA STADIO. MENTRE LA SPAL DA' L'ESEMPIO COL 'NUOVO' MAZZA ALL'INGLESE
Dice il direttore generale della SPAL, Andrea Gazzoli, che "la Fiorentina fa un altro campionato rispetto a noi". Per spese, incassi e fatturato, è indubbio ma quella estense è una società che ha un gioiello che, pur in altre dimensioni, Firenze continua a sognare. Il Paolo Mazza ha visto l'inizio dei lavori per la costruzione nel 1927, un anno dopo la fondazione della Fiorentina. Inaugurato esattamente novant'anni e un giorno fa, il 20 settembre del 1928, ha vissuto un totale restyling dopo lo storico ritorno della SPAL in Serie A. E' stato inaugurato, col nuovo abito, lo scorso week-end contro l'Atalanta: 16134 posti a sedere, tutti coperti. Gli spalti iniziano a bordo campo, in un vero impianto all'inglese. "Tra storia e futuro: il nuovo Mazza alla vigilia dei novant'anni". Questo fu il titolo della presentazione del progetto e, alla vigilia dei novant'anni, è arrivato. Per il 2019 sono previsti altri interventi, migliorie alla tribuna principale per renderla ancora più moderna e confortevole.
E' un restyling, non un progetto che parte dalla prima pietra, si dirà. Però a proposito di anniversari e ricorrenze, due giorni fa erano dieci anni esatti dalla presentazione del plastico di Fuksas dell'oramai mitica Cittadella Viola. Per intenderci: di lì a poco Barack Obama sarebbe diventato Presidente degli Stati Uniti. Google lanciava il primo smartphone a montare il sistema operativo Android. La Fiorentina aveva appena acquistato un giovanissimo Stevan Jovetic dal Partizan Belgrado. Il Sindaco era Domenici e l'Italia un altro paese.
Però lo stadio è sempre lì. Progetto immaginario e con l'ordine delle prime pietre sempre in magazzino. Dice il sindaco, Dario Nardella, che "dipenderà soprattutto dalla famiglia Della Valle" ed è vero. Il Comune ha completato ogni step, sta adesso alla proprietà viola dimostrare che quei sogni che hanno compiuto dieci anni saranno o meno realtà. Perché ok la Juventus, coi suoi introiti, che costruisce un impianto che l'ha lanciata nell'Olimpo calcistico e pure economico. Però quando la SPAL mette in mostra un gioiello simile, pure con le dovute proporzioni di costi e dimensioni, forse i Della Valle dovrebbero iniziare a interrogarsi sulla direzione del loro progetto. E a dare una risposta chiara, e definitiva. Perché Firenze merita un nuovo stadio, dopo un decennio di promesse.