DELLA VALLE, I TIFOSI FIORENTINI E FIRENZE NON MERITANO QUESTO TRATTAMENTO E UNA FIORENTINA COSI’. DUE ANNI FA PRIMI IN CLASSIFICA, OGGI DODICESIMI. CORVINO, 70 MILIONI DI ERRORI. PIOLI, BASTA COL 4-2-3-1. UNA SQUADRA DA RIDISEGNARE
Due anni fa, più o meno di questi tempi, la Fiorentina era in testa alla classifica. C’è rimasta per cinque domeniche, a gennaio del 2016 era seconda. Sembra passato un secolo.
Oggi è stato spazzato via tutto da uno tsunami calcistico inatteso ed eccessivo, senza precedenti per i Della Valle, che ha portato a un risultato clamoroso: la Fiorentina è dodicesima e le prospettive non possono lasciare spazio all’ottimismo. Squadre come Torino, Atalanta, Sampdoria, Bologna, ma anche lo stesso Chievo, l’hanno raggiunta e superata, hanno l’organico più forte, progetti più chiari.
A guidare questa triste parabola discendente è Pantaleo Corvino, l’uomo che ha venduto giocatori, una squadra intera, per 110 milioni. Ma Corvino altro non è se non l’esecutore, per altro discutibile, di un piano ormai chiaro: ridimensionare la Fiorentina. L’hanno ripreso apposta.
Devo dire che l’operazione è riuscita alla grande, siamo ormai a un livello difficilmente accettabile.
Quei quattro o cinque che mi seguono, sanno che per anni ho parlato in termini positivi del lavoro dei Della Valle, hanno portato a Firenze grandi giocatori. Hanno fatto grandi squadre.
Cosa sia successo in quel gennaio 2016 , quando Diego Della Valle ha detto stop, lo so e l’ho scritto molte volte. Da lì, inarrestabilmente, è cambiata in peggio la storia della Fiorentina.
Ma adesso è il momento di dire basta.
La Fiorentina, Firenze e i fiorentini non meritano che il loro sogno, la loro passione , la loro maglia, vengano trattati come un ramo d’azienda da tagliare, con lo stesso disinteresse, la stessa apatia, un distacco che dura ormai da troppi mesi.
E’ questo il punto. E’ inutile che i manager dei Della Valle raccontino che anche in Diego è tornata la passione, si interessa di mercato, fa il tifo. Inutile che Pioli faccia sapere di tante telefonate della proprietà e di tante attenzioni.
Siamo dentro un film di Spielberg. Una roba da “telefono casaaa”.
Il calcio fatto così, delegato a manager, appaltato a un direttore generale dell’area tecnica, senza la passione e la partecipazione diretta di chi comanda, di chi paga, di chi deve controllare giorno dopo giorno cosa stia succedendo, è destinato al fallimento.
E infatti per la seconda stagione consecutiva siamo al profondo rosso.
La società è in vendita, ma non ci sono acquirenti. I Della Valle si interessano, ma senza farlo sapere. Ci sono, ma non ci sono.
Pirandello avrebbe materiale per scrivere un romanzo.
Del resto che la Fiorentina sia una squadra in cerca d’autore, mi sembra chiarissimo.
Faccio una domanda a caso: ma qualcuno dei Della Valle, oltre a guardare i conti che adesso vanno benissimo, oltre le previsioni, ha chiesto a Pantaleo Corvino come ha speso settanta milioni, come mai in rosa ci siano tanti doppioni, tante scommesse e tanti giocatori così modesti?
Probabilmente no. Il raccontato, il sentito dire, non funziona mai.
Come mai Diego Della Valle si sente in dovere di visitare personalmente almeno una volta l’anno uno per uno tutti i negozi (e sono centinaia) che ha per il mondo? E come mai non lo fa per la Fiorentina?
Ci eravamo illusi che la generosa e lungimirante visita del sindaco di Firenze a Casette d’Ete, intelligentemente umile, avesse riaperto un canale. Un dialogo. Invece no, una settimana dopo Diego Della Valle ha dato degli avvoltoi a quei fiorentini che non dicono signorsì, va tutto bene. “Come è bravo lei...” diceva Fantozzi. Ne conosco qualcuno anch’io a Firenze, ma per fortuna sono la minoranza. Gli altri sono tutta gente che ama la Fiorentina e pensa con la sua testa.
Cosa pensare allora adesso?
Che non se ne può più di queste vicende pirandelliane. Non se ne può più soprattutto di questa situazione che può portare solo a periodi ancora più difficili. O peggio all’apatia. Al disamore. A un campionato grigio, triste, senza interesse.
Ma il rispetto per i diciassettemila abbonati, dov’è?
E’ quelli che probabilmente si chiedono in diciassettemila.
E’ vero che è presto, sette partite sono poche, ma come si fa a comprare il terzino del Pescara a sinistra e quello dell’Empoli a destra (e meno male che c’è), due squadre retrocesse in serie B dopo aver incassato una valanga di gol?
Perché la squadra è stata fatta soltanto dopo il quindici agosto, a cinque giorni dal via del campionato e alcuni sono arrivati dopo due gare già giocate e perse?
Mi faccio due domande a caso e non mi do la risposta come Marzullo.
Ma avete chiesto, Della Valle, come mai l’area tecnica non segue la squadra in trasferta? Avete mai visto la Juve senza Marotta o Paratici al seguito? O Giuntoli sempre in panchina con Sarri? Non vado oltre, è così, fanno tutti così.
Non voglio insistere con le domande di calcio, sicuramente non interessano. Se i Della Valle non hanno risposto all’invito di Florentino Perez presidente del Real Madrid, cosa può succedere di più per confermare che del pallone ce ne può fregar di meno?
A noi interessa sapere, invece, cosa vogliono fare i Della Valle di questa società che è la loro, è vero, dal punto di vista economico, ma hanno il dovere di tenere a un livello accettabile per l’onore, il blasone, la storia, la tradizione di una città perché in sostanza la Fiorentina appartiene anche ai fiorentini.
Firenze non è un quartiere di Verona. Firenze non è l’altra squadra di Genova. E non tiriamo fuori le storie del fatturato, del bacino d’utenza e dei diritti tv, molte squadre che oggi sono davanti fatturano meno e sono più piccole.
In teoria si potrebbe anche fare un calcio più modesto rispetto al passato, ma va fatto con amore, passione, cuore e idee che in questa dirigenza (salvo pochissime eccezioni) non ci sono.
Si può andare avanti così ancora a lungo?
Secondo me no e Diego Della Valle dovrebbe uscire allo scoperto. Magari alla sua maniera, a gamba tesa, ma non importa. Vendere per non vendere è una presa in giro. Aspettare lo stadio per decidere è doppiamente intollerabile, è chiaro che con il progetto dello stadio in mano si venderà più facilmente e a prezzo più alto. Ma quanto c’è ancora da aspettare?
Credo che anche le istituzioni abbiano fatto più del loro dovere, ma pretendere chiarezza sulle intenzioni e sui piani futuri, adesso mi sembra il minimo.
La Fiorentina sta vivacchiando, proprio quello che Della Valle reputava intollerabile.
Per il resto, di Corvino ho detto per tutta l’estate. Mercato cessioni in ritardo, mercato in entrata incomprensibile.
Speravo tanto che Pioli, comunque, riuscisse a trarre il meglio da questo gruppo modesto, gasasse i giovani, desse spinta e fantasia. Mi ritrovo invece un allenatore che stimo, signore, con grande equilibrio, stranamente legato a un modulo (4-2-3-1) che non è adatto a questa squadra. Cominciamo a fare cose più semplici? Mettiamo Benassi a fare il centrocampista. L’ho detto e scritto da tempo. E invece avanti con integralismo zemaniano. Fino al disastro di Chievo, la prima vera partita sbagliata anche dall’allenatore. Come mai fuori Laurini e dentro Gaspar? Pioli, non si faccia condizionare. Gaspar finirà ad arricchire il parco-Corvino con Sanchez, Cristoforo e compagnia. E poi come mai non vedere Biraghi in difficoltà? Si può intervenire subito, come ha fatto Maran spostando Tomovic da destra a sinistra. Si può giocare a tre, si possono fare tante cose. Ma il capolavoro negativo è stato Saponara. Visto correre, avrà un quarto d’ora di autonomia. Non è reattivo. Lo metti in una partita da recuperare? Non bastava Eysseric? E Babacar giocando con due punte?
Mi aspetto, come avevo già scritto profeticamente (ma il calcio è spesso comprensibilissimo) che Pioli faccia qualcosa, si scuota, pensi e liberi la sua esperienza. Questa è una squadra giovane e modesta, ma ormai è questa. Il suo compito è di migliorarla, farla rendere al meglio, darle equilibrio e gioco. Tanto? No, tutte cose che l’allenatore deve fare. Fra quindici giorni spero di vedere un’altra Fiorentina.