C'E' SOLO LA FIORENTINA: Firenze ora lo sa
Che brava Firenze. Che bravi i fiorentini. Si parla spesso di Progetto, di società in crescita, di squadra che anno dopo anno migliora, sotto tutti i punti di vista. Tutto ciò è innegabile. Nessuno può affermare il contrario. C' è un aspetto, però che poche volte viene sottolineato, e che invece merita molta attenzione, perchè trattasi di fenomeno clamoroso. Cosa è successo alla tifoseria viola? Cosa è successo alla Firenze spesso disfattista e pessimista? C' è qualcosa di magico nel rapporto tra la città e la Fiorentina targata Della Valle, Corvino e Prandelli. Qualcosa che fino a qualche anno fa era assolutamente impensabile. Come dimenticare le scene che seguirono l'addio di Roberto Baggio, così come quelle che accompagnarono la cessione di Batistuta e Rui Costa. Quando se ne andarono questi straordinari campioni, in città dominava la rabbia, la depressione, quasi la paura. Sembrava che con loro scomparisse la Fiorentina intera. Chiaro, stiamo parlando di idoli, simboli assoluti, uomini che hanno dato l'anima per il giglio e che più di una volta hanno dimostrato il loro amore per questa squadra. Non si può però non notare la strepitosa maturità raggiunta dalla Firenze pallonara. Va via Toni e nessuno alza la voce, anzi, il bomber torna con la Nazionale e fioccano gli applausi. " Noi abbiamo Pazzini, crediamo in lui". Questa la frase che dominava a Firenze dodici mesi fa e poco importa se poi, in realtà, il Pazzo ha faticato. Esiste solo la Fiorentina, i giocatori passano, la maglia rimane. Lo hanno capito i tifosi. Ora la grana Mutu. E tutti, subito, dalla parte di Corvino e della società. Se il progetto prevede dei budget da rispettare, così sia. I tifosi hanno sposato la Fiorentina, si sono legati ai Della Valle, a Corvino e a Prandelli, e tutti devono seguire la loro linea.
Ma da dove nasce questo nuovo modo di essere fiorentini? Nasce da lontano, nasce dalle vicissitudini passate, nasce proprio dall'aver visto tanti campioni andarsene, senzo però, alla fine, veder sparire la Fiorentina. No, nemmeno nell'estate del fallimento. In quei mesi, probabilmente, c'è stata la svolta decisiva. A cosa serve innamorarsi dei campioni se trattenerli vuol dire finire nel baratro? Ma ci sono altri fattori importanti in questo processo di crescita collettiva. Uno: la famiglia Della Valle. Fin da subito, la proprietà, ha messo in chiaro quelli che erano gli obiettivi e le linee guida della nuova Fiorentina. Senza fare illusiorie promesse. Firenze non chiedeva altro. Una grande squadra, certo, ma prima di tutto una società chiara, seria, leale. Fondamentale è stato anche l'atteggiamento di Pantaleo Corvino. Anche lui, da subito, ha sposato il progetto Fiorentina, mettendo in primo piano, sempre, i valori della famiglia Della Valle. Ma crediamo che il fattore decisivo, il vero motore di questa maturazione fiorentina sia uno, su tutti. Cesare Prandelli. Sempre lui, sempre e comunque Cesare Prandelli. La gente impazzisce per lui. Il mister gigliato può, ormai, dire e fare praticamante tutto. Firenze accetta, quasi obbedisce. I giocatori se ne vanno? Pazienza, tanto c'è Prandelli. Mutu vuole andare via? Dispiace, ovviamente, ma scommettiamo che Corvino compra un giocatore, magari più giovane, che sotto la guida di Prandelli diventa un nuovo fenomeno? Questo, siamo certi, avranno pensato ieri i "nuovi" tifosi della Fiorentina. Rimane l'amarezza, certo, perchè Mutu è un fuoriclasse e perchè la gente si fidava, e, forse, spera ancora di potersi fidare del rumeno. Ma non c'è depressione, non esiste il pessimismo. Esiste solo il progetto, e la voglia di continuare a crescere. Esiste solo la società. "C'è solo la Fiorentina", ama cantare la "Fiesole". E' vero, c'è solo la Fiorentina. Firenze lo ha capito. C'è solo la Fiorentina, che sta diventando una grande squadra. E c'è Firenze, che è sempre stata, ed è, ora più che mai, una grande città. Che brava, Firenze.