SECONDA REPUBBLICA
Quante volte, sulle pagine dei quotidiani o in televisione, quando si affrontano argomenti inerenti alla politica, si sente usare, spesso con tono vagamente dispregiativo, il termine “Prima Repubblica”. Come se rispetto al periodo che va dall’immediato dopoguerra ai primi anni ’90 fosse cambiato chissà cosa. E, soprattutto, chi quell’epoca, seppure di sfuggita, l’ha vissuta, può testimoniare che poi così male allora non si stava. Sono cambiati i nomi dei partiti, sono apparsi volti nuovi, mentre altri o sono spariti o si sono rifatti il trucco. Ma certe italiche abitudini continuano ad imperversare. Nel bene e nel male e senza distinzione di colore. In questa rubrica, in cui si parla di calciomercato, si ricorda spesso come niente, in tema di trasferimento di calciatori, è sicuro finché non arriva l’ufficialità. E questo vale anche riguardo ai cambiamenti che si stanno prospettando in seno alla Fiorentina. Affiorano nomi nuovi per la presidenza, Corvino e Mihajlovic ostentano sicurezza sulla loro permanenza, ma niente sarà certo fino alla sera del 28 aprile. O, se preferite, fino al termine del campionato. O, proprio per andare sul sicuro, a quello della sessione estiva della campagna trasferimenti. Un’idea di cosa accadrà in casa viola se la stanno facendo un po’ tutti, e così è anche per noi.
E non a caso abbiamo usato il paragone col passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica. Quando cambiando semplicemente la legge elettorale si è pensato di dar vita ad un nuovo Paese. Badando, paradossalmente, molto alla forma e poco alla sostanza. Che è proprio quello che vorremmo non accadesse alla Fiorentina. Tuttavia, come abbiamo detto prima, non è che negli anni ’80 si stesse così male, anzi..E, venendo alle vicende del club gigliato, se si dimenticano le ultime due annate, nella “Prima Repubblica” dei Della Valle, nonostante innumerevoli peripezie, le cose non è che siano andate proprio male..Quindi ben venga un presidente in stile Gino Salica, seppur, come pare, con un cognome toscanissimo. E ben venga anche un Corvino rigenerato e ansioso di guidare un nuovo ciclo. A patto, però, lo ripetiamo, che tutto ciò porti a un qualcosa di sostanzioso. Uno dei pregi che abbiamo spesso riconosciuto al ds viola è quello di essere stato un precursore per quanto riguarda la scoperta di nuovi mercati. Anche se, purtroppo, questa sua dote pare essersi leggermente affievolita da un po’ di tempo a questa parte. Il fatto che si inizi a parlare di Stella Rossa anziché di Partizan, e di Grecia anziché di Portogallo, ci lascia in effetti ben sperare. Solo quando vedremo la nuova squadra partire per il ritiro, e soprattutto all’opera sul terreno di gioco, potremo però dire se questo “rimpasto” sarà sufficiente a garantire al popolo viola un periodo, se non proprio di grandi soddisfazioni, di almeno rinato entusiasmo.