RANIERI, Libera Balzaretti, forse
Ad osservarlo dall’alto, il mare quasi appare privo di un’essenza. Piatto, come la linea disegnata con perfezione da un lenzuolo azzurro steso al sole ad asciugare, al suo interno, invece, chiuso ai bordi di un altro orizzonte, è il movimento continuo a rappresentare la sua natura, disposta ad assumere ogni svariata forma si decida di conferire. Quasi sembra immobile, la “nuova” Juventus formato famiglia, quella del piano industriale da “condominio” di borgata, comunque in grado di sostenere i lauti aumenti d’ingaggio previsti pur di trattenere Buffon e Camoranesi ma non, chissà poi per quale motivo, “Hannibal” Trezeguet. Nascosta dietro le parole, vuote, dell’amministratore delegato Blanc, pronto a dichiarare al pubblico ludibrio la venerazione nei confronti di Lippi venendo smentito, nel giro di un amen, intorno all’ora della cena. Dopo aver constatato l’impossibilità, pressoché certa, di intavolare trattative aleatorie senza prima aver informato il diretto interessato, per nulla disposto ad accettare nuovi incarichi sino al prossimo autunno.
Eppure, nell’apparente staticità di un momento delicato, nel quale persino il vice Corradini non ha disdegnato la politica del disprezzo prima di abbandonare il cantone abitato per sei lunghi anni, prospettando un futuro bianconero costruito intorno ad alti, pochi, e bassi, molti, è stata la decisione di affidare la panchina a Claudio Ranieri a ripristinare serenità all’interno di uno spogliatoio ancora scosso dalle dimissioni a “comando” rassegnate da Deschamps. Maturata la promozione sul campo, rinsaldato il rapporto con alcuni dei “partigiani” pronti a rinnegare, non senza imbarazzo, il tempo trascorso all’ombra della Mole, come Buffon, Zebina e Camoranesi, la scelta della Famiglia Elkann di conferire a Ranieri il progetto di rinascita è parsa come il chiaro segnale di una rinnovata volontà, quantomeno a livello teorico, di conquistare i vertici della classifica dopo l’interregno in cadetteria. A conferma di una società disposta a preservare la “sobrietà” dei bilanci, quanto a non rinnegare il proprio glorioso passato.
Sbolognata la candidatura di Vialli, che avrebbe rinsaldato la posizione di Bettega all’interno del n nucleo dirigenziale, accantonata l’ipotesi legata ad un “caporale” facente funzioni, disposto a tollerare, sin dal principio la presenza, assai ingombrante, di Lippi, la scelta di conferire a Ranieri, nell’arco di un “ciclo” triennale, l’incarico di allenatore sembra dunque sposare le necessità di uno spogliatoio bisognoso di una guida carismatica sulla quale poter ricostruire ambizioni da scudetto, e non scomode controversie di quartiere. L’eventuale nomina di un carneade dai trascorsi bianconeri, infatti, avrebbe creato non pochi problemi di gestione all’interno di un organico che sarà presto costretto, per causa di forza maggiore, a convivere con inevitabili dualismi, fra i componenti della “vecchia” guardia ed i discepoli del nuovo corso. Come quelli relativi alle presumibili staffette fra Del Piero e Palladino, nel ricordo del graduale inserimento di “Pinturicchio” a scapito del talento ad intermittenza di Baggio, alla concorrenza, spietata, fra Camoranesi e Marchionni o all’inverosimile lotta di resistenza fra i crumiri Nedved e Salihamidzic.
Senza dimenticare le maggiore responsabilità che verranno conferite all’architetto Marchisio, per il quale, considerando la smodata passione per la linea verde coltivata da Ranieri, non dovrebbero sorgere ostacoli alla permanenza in bianconero. Anche in virtù della mancanze di un centrocampo al momento orfano di elementi in grado di garantire dinamismo, verticalizzazioni ed imprevedibilità ad una manovra congestionata dalla contemporanea presenza dei “podisti” Paro e Giannichedda, peraltro destinati al trasferimento al termine della stagione. Rivolgendo una scrupolosa analisi del bilancio, infatti, la Juventus provvederà a favorire le cessioni dei quei giocatori prelevati, nel corso della precedente gestione dirigenziale, a parametro zero, potendo usufruire di più che dignitose plusvalenze. Oltre al centrocampista aostano, destinato all’Empoli, infatti, verranno ceduti anche il francese Kapo, richiesto dal Levante, e Balzaretti, corteggiato dalla Fiorentina e non gradito al neo allenatore Ranieri. A conferma di come, senza l’ipotesi di un “traghettatore”, le future strategie di mercato verranno delineate anche attraverso le valutazioni del nuovo tecnico. Vero Secco…