QUO VADIS?
Desta sempre più interesse l’ormai imminente partenza di Pantaleo Corvino per il Brasile. Ci fa piacere che molti media abbiano abbracciato due delle nostre tesi sui motivi della missione transoceanica del ds viola, ovvero che Corvino si rechi in Sudamerica per chiudere un’operazione da tempo studiata –ed in questo caso ha ragione chi dice che un segnale in tal senso potrebbe essere costituito da un ritorno in tempi rapidi del dirigente gigliato- oppure che nell’Emisfero Occidentale si vada per osservare dei talenti in prospettiva futura mentre per le operazioni nel breve periodo si opti per i mercati del Vecchio continente: in questo senso ci confortano le voci che vorrebbero lo stesso Corvino intenzionato a fare un tour europeo prima del ritorno in patria. Ci confortano meno, riguardo al primo caso, i nomi che si continuano ad accostare alla Fiorentina: dal Brasile ci confermano che Jucilei è sì un buon giocatore ma non vale la cifra richiesta dal Corinthians, Miranda senza l’ex compagno di squadra André Dias è come Costacurta senza Baresi, Boquita non è ancora un giocatore da Serie A.
Per quanto riguarda la seconda ipotesi, invece, tutto tace, e questo, a volte, nel calcio è un buon segno. Ed è bene che lo sia, perché le indicazioni emerse dalla gara persa a Roma sono abbastanza chiare: posto che le prime mosse da effettuare potrebbero e –a nostro avviso- dovrebbero essere il rinnovo del contratto di Donadel e un viaggio a Medjugorie per D’Agostino, il centrocampo gigliato, dando anche per scontato un rapido recupero di Riccardo Montolivo ed una sua conferma in maglia viola, resta carente sia dal punto di vista numerico che da quello qualitativo, visto anche che la partenza di Bolatti e Zanetti pare a questo punto, oltre che inevitabile, decisamente auspicabile. E su quelle autostrade che sono diventate ormai le corsie esterne della squadra viola occorre porre quanto prima un bell’autovelox.