MERCATO, E' scoppiata l'Argentina-mania

Editoriale di TMW scritto da Massimo Callegari, giornalista che ha lavorato cinque anni ad Eurosport, per poi passare nel 2004 a SportItalia, dove si è affermato come commentatore di calcio nazionale ed internazionale. Specializzato in calcio sudame
05.04.2008 10:18 di  Redazione FV   vedi letture
Fonte: Tuttomercatoweb

Leggendo in queste settimane le cronache di mercato, sembra (finalmente!) essere scoppiata per tutte le squadre italiane l’Argentina-mania : Napoli, Juventus, Inter, Roma, Lazio stanno valutando di puntare su giocatori nati o provenienti dal campionato sudamericano. Ciò che fino ad ora aveva bloccato i club italiani è sempre stata la mentalità, incentrata su un’impostazione diversa delle campagne di rafforzamento: mentre in Spagna (Garay, G.Rodriguez, Fazio), Portogallo (Di Maria) ed Inghilterra (Di Santo, Paletta, Leto) le società puntano su giovani promesse, tenute d’occhio per mesi da una fitta rete di osservatori, tra le dirigenze di Serie A ha sempre dominato un’idea di “paura” del mercato d’Oltreoceano, da cui le big hanno finora pescato solo per giocatori di enorme prospettiva sì, ma dal prezzo già piuttosto alto e quindi con un margine di affare più ristretto. E’ il caso del milanista Pato, scommessa certa e per questo stravinta dai dirigenti rossoneri, come quella su Aguero da parte dell’Atletico Madrid: non è un caso che i due, con il blaugrana Bojan Krkic, siano ad oggi forse i talenti più splendenti del calcio mondiale. Alla politica della sicurezza ha fatto da tempo eccezione, con fortune alterne, l’Udinese: dopo Zapata, pescato dopo straordinari tornei giovanili disputati con la sua Nazionale, Montiel, la punta argentina classe 1990 Federico Laurito, è arrivato l’acquisto che potrebbe veramente aiutare i friulani ad affermarsi come una delle grande forze della serie A. Il riferimento è chiaramente ad Alexis Sanchez, un vero e proprio craque che ad oggi milita in prestito nel River Plate, ma che già nel Colo Colo aveva mostrato straordinari numeri in Libertadores e campionato: classe 1988, Sanchez sta trovando buona continuità agli ordini di Diego Simeone e cominciando ad affinare le sue giocate con maggiore concretezza. Sarà questa la chiave della sua possibile esplosione nel calcio Europeo, abbinata soprattutto alla capacità del club friulano di farlo ambientare come merita, senza bruciarlo con incoscienza: un esempio da non seguire, è quello di un suo ex compagno di squadra illustre, Matías Fernández, cbe ha dovuto pagare purtroppo un dazio più elevato del previsto all’impatto con il Vecchio Continente, dopo essersi trasferito al Villarreal da pallone d’Oro sudamericano (nel gennaio 2007) con tante aspettative e soprattutto un curriculum da futuro primo della classe anche al di qua dell’Atlantico. Genio straordinario per visione di gioco, spettacolarità della giocata ed efficacia della stessa, "Matigol" ha subìto però la pressione dell’eredità di Juan Roman Riquelme in amarillo, cosa che ha inciso notevolmente sul suo stato psicologico: dopo una pessima Copa America, a cui è arrivato con le pile scariche ma soprattutto con il timore di caricarsi la problematica Nazionale cilena sulle spalle, è finito in questa stagione in una posizione scomoda di turnover. Guai però a considerare un simile gioiello come un esempio di fallimento europeo, come è stato erroneamente fatto da alcuni anche per lo stesso Riquelme: chi ha dei mezzi tecnici tali da fare la differenza, può farla dappertutto se messo a proprio agio da un punto di vista ambientale dalla società che lo acquista, a cui dunque va la responsabilità del suo rendimento.

Le Italiane allora non dovranno temere di sbagliare, guardando al nuovo che avanza, perchè, se lavoreranno correttamente per il loro inserimento, potranno sentirsi rassicurate delle straordinarie qualità dei futuri pilastri della Selección: in particolare, su un poker di nomi ci sentiamo di scommettere per dare linfa nuova al Calcio Europeo e, chissà, forse italiano. Ciascuno un'abiità diversa, ciascuno a modo suo garante di sè stesso per una scommessa futura: fondendoli tutti e quattro probabilmente potremmo avere l'identikit perfetto di ciò di cui qualsiasi squadra di altissimo livello avrebbe bisogno. Se per Damián Escudero del Velez parliamo di un talento straordinario, di tecnica sopraffina e duttilità straordinaria che gli permette di essere impiegato a sinistra (addirittura anche in fase difensiva all’occorrenza), quanto al centro, Ismael Sosa dell’Independiente ha dimostrato una vivacità ed una furbizia che anche nella nostra Serie A potrebbe dar fastidio a diversi difensori; Pablo Piatti, corteggiatissimo pezzo pregiato dell’Estudiantes di Sensini, ha un’abilità tattica che sconcerta per la sua giovane età (19 anni appena compiuti), ma con certi paragoni letti in Patria e riferiti in Italia, è meglio andarci piano. Infine, la nota più romantica del Fútbol espresso dall'attuale Clausura: Diego Buonanotte, con i suoi 161 centimetri, è il trionfo della tecnica che sta facendo innamorare non poco di sé tifosi, giornalisti ed addetti ai lavori. 19 anni il prossimo 19 aprile, “El Enano” è un folletto mancino tutto pepe che milita tra le file del River Plate, dove gioca defilato appunto a sinistra: nonostante i pregiudizi di Casa Nostra sui giocatori di questa statura, il suo strapotere tecnico potrebbe fare la differenza per il proseguo di carriera. I nomi di certo non mancano, non sono mai mancati e probabilmente non mancheranno: il vivaio argentino sta in questo momento superando persino la scuola brasiliana in quanto ad attaccanti, mezzepunte e centrocampisti, lasciando ai verdeoro maggior specializzazione nel creare portieri e laterali difensivi. Se davvero il cambio di marcia nel modo di fare mercato dei club italiani arriverà, non potrà portare di certo che un assoluto vantaggio in termini tecnici ma anche economici: in un momento in cui le nostre casse sono più vuote di altre, rimettersi in gioco puntando sul talento come primo valore discriminante di scelta di un giocatore sarà di certo un passo importante per il futuro del nostro Campionato, bisognoso di nuovi Campioni da crescere per ridare quell’entusiasmo che, per tanti problemi, sta venendo pian piano a mancare.