LA STAGIONE DEI RINNOVI
Dicevamo...Firenze si è scandalizzata del fatto che la questione del rinnovo di Riccardo Montolivo sia venuta fuori nel settembre 2010, a quasi due anni dalla scadenza del contratto del capitano viola, ma per quanto ci riguarda si tratta di un fatto più che normale. Perché sosteniamo ciò? Semplice, con le leggi che ormai da alcuni anni regolano il trasferimento dei giocatori, l'ultimo anno di contratto praticamente non conta. La data limite da attendere per capire quale sarà il futuro del nazionale azzurro non è il 30 giugno del 2012, bensì quello del 2011. Che non è poi così lontano. Il popolo viola può giustamente lamentare il fatto che forse non erano le settimane scorse il momento giusto per parlare della situazione contrattuale di un giocatore così importante, ma questo è un discorso puramente mediatico. Per quanto riguarda la politica di una società e le strategie dei procuratori i tempi erano -e sono- maturi eccome. Non è un caso che la Juventus, per difendersi dagli assalti di Manchester City e Real Madrid, stia per blindare Giorgio Chiellini, il cui attuale contratto, eppure, scade nel giugno 2013.
Ma qual'è il vero significato del rinnovo? Assodato che una società, qualsiasi siano i progetti sul futuro di un proprio tesserato, ha sempre interesse a "blindare" i componenti della propria rosa, a meno che ciò non comporti un "salasso" finanziario -mentre spesso gli agenti remano in senso opposto-, sta di fatto che, se un calciatore punta i piedi per andarsene, resta assai difficile fermarlo. Soprattutto se la scelta di quest'ultimo non è di natura prettamente economica. A vederla da un punto di vista alquanto idilliaco, quindi, il rinnovo dovrebbe significare il rafforzamento del rapporto che lega un giocatore alla propria società ed una manifestazione di fiducia da parte di quest'ultima nei confronti del proprio tesserato, ma, alla luce di quanto affermato poco fa, si tratta spesso in realtà di una vera e propria prova di forza; ed è in base all'esito di quest'ultima che si genera la posizione del calciatore all'interno del suo club. Abbiamo portato come esempio il caso di due nazionali azzurri, due "pezzi pregiati", come si suol dire. Ma situazioni del genere sono all'ordine del giorno, solo che alcune hanno più risalto di altre. Non è un caso che oggi si sia tornati a parlare della situazione contrattuale di Marco Donadel. In quanti ricordavano che il mediano veneto, se non firmerà un nuovo contratto, tra quattro mesi sarà libero di accordarsi con un'altra società? Ci volevano le generose e utilissime prestazioni da lui fornite contro Genoa e Parma per far tornare di attualità questo argomento? Siamo certi che la Fiorentina stia facendo i suoi giusti calcoli riguardo anche a questa vicenda, ma allo stesso tempo ci preme ricordare che casi come quello di Dario Dainelli -che nell'estate del 2007 si legò al club gigliato a contratto ormai scaduto- in casa viola, e nel calcio in generale, sono alquanto rari.