IL RINNOVO PIU' IMPORTANTE
Montolivo, Donadel….E Corvino? Per fortuna per i direttori sportivi la questione del rinnovo non funziona esattamente come per i calciatori, ma sta di fatto che il contratto del Responsabile dell’Area Tecnica della Fiorentina scadrà al termine della stagione in corso. Solo ieri qualcuno ha avuto finalmente la testa e il fegato per porre in maniera diretta al “mago del Salento” una domanda che, a mio avviso, da troppo tempo non gli veniva posta, almeno in certi termini, e, a leggerla bene, la risposta del ds viola è assai meno esauriente di quanto possa apparire a primo acchito. Pantaleo Corvino può restare più o meno simpatico, il suo operato può essere giudicato in modi assai diversi tra loro, sta di fatto che una sua eventuale partenza avrebbe sulla Fiorentina, intesa nel senso più ampio del termine, lo stesso impatto che avrebbe un passaggio di proprietà. Ci sono club dove il presidente parla e fa mercato e il direttore sportivo è una figura meramente rappresentativa, altri dove, nonostante ci sia un dirigente abile in sede di campagna acquisti, l’ultima parola, anche sulle operazioni di mercato, spetta sempre al patron, altri ancora dove c’è un organigramma estremamente articolato; la Fiorentina non è niente di tutto ciò; la Fiorentina in questo momento è Corvino. E badate bene che questa non è ne' una sviolinata nei confronti del dirigente salentino, ne' una critica verso la società, ma la pura e semplice evidenza dei fatti: Corvino fa il mercato, Corvino fa da parafulmini come lo fanno Galliani e Branca, Corvino cura il settore giovanile, Corvino fa tutto.
La partenza di Cesare Prandelli è stata forse inevitabile, ma allo stesso tempo traumatica. Ma soprattutto sono stati traumatici gli effetti di quel periodo di “interregno” che la squadra ha vissuto nell’ultima parte della stagione 2009/2010. Quella di Corvino, è inutile dirlo, lo sarebbe ancora di più, anche se a sostituirlo fosse qualcuno ancora più bravo di lui. Non siamo qui ad invocare un rinnovo del suo contratto, ne’ a chiedere ulteriori lumi a tal proposito: forse è bene che certe cose rimangano nelle stanze del “Franchi” e non diventino di pubblico dominio. Speriamo solo che, in una società in cui la parola "progetto" è stata e viene usata quasi fino alla nausea, anche e soprattutto su questa situazione le idee siano chiare e le conseguenti decisioni arrivino rapide ed inequivocabili.