IL BICCHIERE MEZZO VUOTO

01.05.2011 00:00 di  Marco Gori   vedi letture
IL BICCHIERE MEZZO VUOTO
FirenzeViola.it
© foto di Giacomo Morini

Certezze non ce ne sono, perché non ci risulta che al CdA tenutosi venerdi fosse invitata -e ci pare anche logico- la stampa e nessun dirigente viola ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali. Ma le indiscrezioni trapelate dalle stanze della sede della Fiorentina paiono confermare quella tendenza all'austerity che tutti da tempo immaginavamo. La quale, lo ripetiamo, è sempre meglio della mancanza totale di una politica ben definita, situazione che abbiamo osservato nel corso della campagna trasferimenti della scorsa estate. Possiamo quindi iniziare a credere davvero che un nuovo ciclo stia prendendo il via. Ma non vediamo in esso, tuttavia, motivi per stare allegri. In altre parole, se molti dei nostri colleghi cercano di vedere -e di farvi vedere- ad ogni costo il bicchiere mezzo pieno, per noi l'unico aspetto positivo è rappresentato dal fatto che d'ora in poi si agirà seguendo una linea ben precisa. Ma passando ai fatti, o meglio ipotizzando alcuni scenari, ci resta difficile capire come sia possibile conciliare una pur comprensibilissima necessità di tagliare le spese con la volontà di riportare la Fiorentina a essere competitiva addirittura a livello europeo.
Si dice che essendo il deficit del bilancio di "soli" 8-10 milioni di euro, la Fiorentina potrà agire con più libertà sul mercato e soprattutto avere più ampi spazi di manovra per quanto riguarda il rinnovo di Riccardo Montolivo. Partiamo proprio dalla situazione del capitano: si dice -nonostante in questo caso si tratti di decisioni rimandate al prossimo CdA- che a Corvino verrà data carta bianca e che Della Valle difficilmente tornerà alla presidenza: chi condurrà la trattativa per il rinnovo di Montolivo? Vi pare casuale che, proprio ai nostri microfoni, l'agente del giocatore abbia parlato di Della Valle e Mencucci ma non di Corvino? Altro problema: otto milioni o dieci milioni sono tanti e sono pochi; e il ritocco all'ingaggio di Montolivo dovrebbe essere importante ma non faraonico. In ogni caso la conferma del centrocampista gigliato vorrebbe dire -anche se non è una novità- la rinuncia ad almeno un paio di campioni e la sostituzione dei giocatori che con tutta probabilità si svincoleranno, ovvero Santana e Donadel, con giocatori di minor spessore.

Accetterà Montolivo di giocare in una squadra del genere? E se così fosse, che Fiorentina sarebbe? Una squadra simile a quella di fine anni '70, dove attorno a Giancarlo Antognoni c'erano molti gregari e qualche buon giocatore? Con la differenza che tra Antognoni e Montolivo, con tutto il rispetto per quest'ultimo, ce ne corre..
Si parla poi, l'abbiamo già accennato, di un Corvino che avrà ampi spazi di manovra, a patto di restare nell'ambito della suddetta politica di ridimensionamento del monte ingaggi. Posto che Corvino, lo ripeteremo fino alla nausea, a Firenze ha fatto cose buone e altre meno buone, e che il meglio di se' lo ha dato quando il suo operato non è stato intralciato dall'alto, affidarsi totalmente alla sua fantasia ci pare un po' rischioso. Perché se è vero che il ds viola alla fine di questa stagione potrebbe zittirci tutti -qualora Alessio Cerci continuasse nel suo trend positivo- riguardo alle critiche mossegli sull'acquisto dell'esterno romano, alcune sue operazioni low-cost, come ad esempio quella di Castillo, continuano a lasciarci perplessi.
Sostituire poi elementi come Vargas e Gilardino -che, soprattutto se demotivati, è giusto cedere ma che restano dei giocatori di spessore- non è poi così facile come lo si vuol fare apparire. Speriamo, in questo caso, che lo stesso Corvino si sia mosso per tempo. Non solo perché, come abbiamo spiegato, il dirigente salentino da quando è a Firenze le migliori operazioni le ha chiuse agendo con grosso anticipo rispetto all'inizio del mercato in senso stretto (pendiamo ad esempio Stevan Jovetic) mentre ha faticato quando si è trovato a dover lavorare in tempi ristretti, ma anche perché il prossimo mercato si preannuncia difficilissimo, con le big -Milan incluso- costrette a rinnovarsi e in procinto di puntare anche su giocatori non proprio di primissima fascia.
Giusto quindi guardare a questo nuovo ciclo con un minimo di fiducia, ma guai a farsi troppe illusioni.