DI NATALE, Potevo finire alla Fiorentina
Cento. Cento volte Di Natale. Cento gol fra i professionisti, per il piccolo grande Totò, con acuti in C2 (con le maglie di Iperzola e Viareggio), in B (Empoli) e in A (Empoli e Udinese). Nel suo palmares, però, ci sarebbero da mettere in conto anche quelli firmati con la maglia della Nazionale. Con Trapattoni prima, con Donadoni poi.
Insomma l’attaccante campano è entrato nel club dei grandi. Ufficialmente lo ha fatto la scorsa settimana, entrando in tripla cifra con una rete firmata proprio al “suo” Empoli, ma in verità è già dall’inizio della stagione che sta giocando su livelli eccellenti. A 30 anni, dunque, la maturazione sembra completa. E grazie alle sue prodezze Udine è autorizzata a sognare. «Udine forse sì - spiega Totò - ma l’Udinese no. Che significa? Che abbiamo fatto un patto fra di noi: l’obiettivo è arrivare a quota 40 punti il prima possibile, poi potremo anche pensare a qualcosa di diverso dalla salvezza».
Non sembra credibile dire che lottate per la salvezza...
«Eppure è così. Già un paio di anni fa siamo caduti nella trappola: a dicembre si parlava di Champions, ma ci siamo ritrovati a lottare per la salvezza fino alla fine, centrando il traguardo sul filo di lana o quasi. Ora non vogliamo commettere lo stesso errore. Ecco perché abbiamo fatto questo patto».
E il campionato chi lo vince?
«Può perderlo solo l’Inter. I nerazzurri hanno almeno 20 fuoriclasse. Togli uno, metti l’altro e il risultato non cambia. Alla lunga non hanno rivali».
Neanche la Roma?
«Gioca bene, molto bene. Ma alla lunga, ripeto, prendo l’Inter».
La Roma, invece, vorrebbe prendere lei...
«Se n’è parlato anche troppo di questa storia. Fa piacere, non lo nascondo, ma io a Udine sto bene e non penso di fare i bagagli tanto in fretta».
Cioé non a gennaio, ma a giugno?
«Vedremo. Ma, ripeto, io a Udine sto molto bene e non escludo di rimanerci ancora più a lungo. Di sicuro ne parlerò col presidente».
Eppure la scorsa estate è stato vicino all’addio.
«C’era stato un frainteso con la società, ma poi tutto si è sistemato. Comunque è vero che in quel periodo c’è stato qualcosa più di un discorso per cambiare aria».
E per tornare in Toscana, vero?
«Vero, potevo finire alla Fiorentina».
Che ora, guarda caso, vi contende l’ultimo posto utile per la Champions league.
«Devo ricordarvi il nostro patto?»
Allora ci dica se la Fiorentina può farcela.
«E perché no? E’ una squadra giovane, che cresce di partita in partita. Prandelli sta facendo un ottimo lavoro e le ambizioni sono giustificate».
Con uomo da 100 gol sarebbe stato più facile...
«Se la cavano bene anche senza di me.
Però, lo confesso, il traguardo dei 100 gol da professionista mi rende orgoglioso. Non sono pochi, vero?».
E il 100º è arrivato contro l’Empoli...
«Sembra uno scherzo del destino. Il gol numero 100 alla società che mi ha lanciato, alla squadra della città che ora è diventata anche la mia. Sul momento ci sono rimasto anche un po’ male, ma poi è finita 2-2 e quindi è andata bene per tutti».
Si salverà l’Empoli?
«A Udine ha giocato bene. Mi sembra una squadra in crescita e secondo me può farcela. Anzi, lo spero con tutto il cuore. Ma ci credo anche, perché Malesani e il suo staff possono far migliorare ulteriormente la squadra. Nella passata stagione, ad Udine, hanno lavorato benissimo».
Anche l’altra Toscana, con Livorno e Siena, sembra un po’ in difficoltà.
«Il Livorno è partito male, ma è in ripresa e soprattutto ha tutto per salvarsi. Battere il Livorno è sempre difficile perché la squadra è orgogliosa come la città e non rinucia mai a lottare».
Del Viareggio che ci dice.
«Che lo seguo sempre, ovviamente. Ultimamente fatica un po’ perché si è fatto male Bonuccelli, il miglior attaccante della C, ma presto si riprenderà e andrà lontano».
E Di Natale dove vuole arrivare?
«Mi piacerebbe battere il mio record stagionale di gol in serie A (13 con l’Empoli, ndc). Sono già a 7, quindi...».
Di Natale a chi avrebbe dato il Pallone d’oro?
«Credo che Kakà abbia vinto con pieno merito, ma se avessi dovuto votare io avrei scelto un altro».
E sarebbe?
«Pirlo. Un giocatore straordinario. Inventa sempre qualcosa e quando sei in difficoltà basta dare la palla a lui per metterla in banca».
Il 2008 è anche l’anno degli Europei.
«Non vedo l’ora. Certi appuntamenti sono esaltanti, soprattutto per chi ha iniziato giocando in strada con gli amici. Già a Glasgow, contro la Scozia, mi sembrava di sognare».
Ci crede nel titolo europeo?
«Sì, ci credo. Ci credo molto. Perché conosco la squadra, conosco i ragazzi. Questo è un gruppo eccezionale, che non fallisce mai le partite che contano e che ha ancora tanta voglia di vincere, tanta fame. E quindi, anche in Svizzera e Austria, sarà pronto».
Quale sarà la rivale da bettere?
«Agli Europei ci sono solo squadre forti. Ma, ovviamente, dico la Francia. Io non sento la rivalità come chi era ai mondiali di Germania, però mi sembra la squadra più forte. Dopo l’Italia, ovviamente». Ovviamente...