LAVEZZI, La doppietta ai viola vale un milione
Prima o seconda punta non fa differenza. Lui, Ezequiel Lavezzi, non è tipo da etichette. Lui è uno di quei calciatori ai quali l’allenatore deve solo dire: prendi palla e fai quello che vuoi. Perché i tipi come lui sono guidati dall’istinto. Improvvisano all’istante. Lo scatto, il cambio di passo, il tiro non sono mai ragionamenti. Sono invenzioni del momento. L’imprevedibilità: questa la grande dote. Che poi è quella che incatena il tifo, l’emoziona. Non è vero, forse, che quando Lavezzi parte palla a terra non si sa mai come finisca? Suspense. Il fascino dell’imprevisto, per capirci. Lavezzi, dunque. I padrone dell’ultima notte azzurra a Fuorigrotta. Il pratogonista, con la sua doppietta, del limpido successo sulla Fiorentina. Questo giovanotto che in Italia al primo colpo è diventato star del campionato. La novità più bella e più riconosciuta. Chissà che cosa pensano quelli della Fermana che quando il Pocho mise piede in Italia per la prima volta lo bocciarono dandogli del «troppo fumoso» e dell’«inadeguato al nostro calcio». Roba passata. Così come la rabbia del Genoa, che aveva capito tutto, ma che fu costretto a rinunciare al Pocho per quelle tristi vicende di calcio truccato. Il destino così volle.
E così Lavezzi è diventato azzurro. «Certo, l’Argentina mi manca, ma Napoli è l’unica città al mondo che ti ripaga della nostalgia», racconta il ragazzo nato a Villa Gobernador Galvez, sulla riva destra del fiume Paranà. Ma oggi Napoli è anche di più. È la città dove è esplosa la Pochomania. Lavezzi simbolo. Lavezzi prima vera icona del Napoli di De Laurentiis. Una bella sensazione che il delantero ieri s’è gustata sino in fondo in famiglia e con gli amici. Ma che ha voluto condividere anche con Marcelo Zalayeta, al quale già l’altra notte aveva dedicato i gol. Una telefonata lunga tra i due azzurri diventati immediatamente buoni amici. «Torna presto, ti rivoglio in campo», gli ha detto, ma intanto proprio a Zalayeta ora il Pocho insidia il titolo di bomber. Sette i gol suoi, contro gli otto dell’uruguaiano, anche se in termini assoluti, ovvero sommando a quelli in campionato anche i tre centri in coppa Italia, il Pocho è già il primo attaccante della squadra. Un gran bell’investimento. Costato sei milioni, Lavezzi s’è messo in vetrina e ha già più che raddoppiato il suo valore. Sulle sue tracce un paio di club inglesi: il Manchester City, ma soprattutto l’Arsenal, cacciatore di giovani talenti in tutto il mondo. E il Napoli è corso subito ai ripari. Avvalendosi d’una clausola scritta nel contratto, giovedì scorso, il 13 marzo, ha allungato d’un anno l’impegno tra il club e il giocatore. Nuova scadenza il 2013. Con bell’adeguamento dell’ingaggio, passato da 750.000 euro a 1 milione e 100. Questo per blindare il giocatore almeno per i prossimi tre anni. Una norma della Fifa, infatti, avrebbe permesso ai giocatore di andare via già nel 2010 in cambio d’un misero indennizzo al club.