ARGENTINA, Al via il Mondiale gay
L’edizione numero 10 dei Mondiali Gay di calcio è partita ufficialmente domenica scorsa a Buenos Aires. Si tratta di un evento, organizzato dall’Iglfa (International Gays and Lesbians Football Association, la versione gay della Fifa), che va oltre il semplice aspetto sportivo. Vuole rappresentare prima di tutto un segnale contro qualsiasi forma di discriminazione sessuale. Per l’esordio in Sudamerica, la scelta degli organizzatori è caduta sulla capitale argentina, che ha battuto in volata la brasiliana Rio de Janeiro e la peruviana Lima. La ragione è molto semplice: Buenos Aires, infatti, è una delle mete preferite del turismo omosessuale ed una delle città più ospitali per i gay di tutto il mondo. Dal 2002 infatti le unioni civili omosex sono state legalizzate.
Dogos SN ha travolto 4-0 gli inglesi del Manchester, favoriti del torneo, e addirittura 7-0 gli statunitensi dell’HotAtlanta. Dal canto loro, Dogos RN ha avuto la meglio su Londons Titans (5-2) e su Dc Feds. "Non è facile organizzare una manifestazione di questo tipo ogni anno, con un così alto numero di squadre – ha dichiarato Marcos Bustamante, portavoce del comitato -. L’obiettivo è anche divertirsi giocando: direi che ci siamo riusciti”. Il Governo locale non ha fatto mancare il proprio appoggio, garantendo rifornimenti e acqua calda per gli spogliatoi, e costruendo due tensostrutture per ospitare giocatori e stampa. La Federcalcio argentina ha inviato 25 arbitri, fornito magliette, palloni e trofei. La finale, in programma sabato 30 settembre, si terrà nello storico stadio dei "Defensores de Belgrano" (9.000 posti), che si trova nel barrio de Nunez. “Qualunque cosa ci permetta di evidenziare il nostro orientamento sessuale e la nostra identità è un atto politico e ha il valore della rivendicazione – ha sottolineato Cesar Cigliutti, presidente della Cha -. Diventa importante anche giocare a pallone, partecipare a una marcia per l’orgoglio o una dichiarazione di appoggio come quella di Julio Grondona, presidente dell’Afa. Come si può negare che nel mondo esista una discriminazione? Questo Mondiale ne è una conseguenza: cosa succederebbe se un calciatore professionista dichiarasse di essere gay?”.