COMMISSO DISATTESO, LA SOCIETÀ ADESSO NON CI STA PIÙ: NEL MIRINO FINISCE LA SQUADRA

28.02.2021 19:00 di Andrea Giannattasio Twitter:    vedi letture
COMMISSO DISATTESO, LA SOCIETÀ ADESSO NON CI STA PIÙ: NEL MIRINO FINISCE LA SQUADRA
FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca

Alla fine, poi, la differenza la fa sempre il solito fattore: la voglia di vincere. Ne aveva zero un'Udinese ridotta all’osso, che tuttavia a tre minuti dalla fine della gara di oggi ha pescato un jolly quantomai inatteso con lo svarione difensivo di Milenkovic. Sembrava averne meno di zero la Fiorentina, che fin dall’inizio della partita ha dato la netta impressione di volersi accontentare dello 0-0 (“In partite come queste anche un punto era d’oro” ha sentenziato nel post gara Prandelli), una sensazione acuita dal doppio cambio Amrabat-Caceres al 79’ che ha annientato di fatto quelle che potevano essere le residue speranze dei viola di tornare al successo anche fuori dal Franchi (cosa che non accade ormai dal 22 di dicembre). La Fiorentina, dunque, torna a casa ancora una volta a mani vuote, incassando l’undicesimo ko in campionato e non riuscendo a tenere per la seconda gara consecutiva la porta inviolata (l’ultima volta era accaduto a inizio gennaio). Ma a far rumore, oltre ad una prova nel complesso rinunciataria da parte della squadra (dove le scelte di Prandelli hanno chiaramente avuto il loro peso), sono soprattutto le parole nel post partita del ds Pradè, che senza mezzi termini se l’è presa forse per la prima volta in modo diretto con i giocatori: “Sono incazzatissimo, era una gara che non dovevamo perdere” ha raccontato il dirigente: “Dobbiamo ripartire con la rabbia giusta e spero che i giocatori abbiano la stessa determinazione della società. In campo, in fondo, ci vanno loro”. 

Un attacco per certi aspetti frontale che dunque chiama i giocatori viola alle proprie responsabilità. Un modus operandi inconsueto in tempi recenti, visto che di fronte anche ai ko più cocenti (lo 0-2 in casa contro l’Inter) o umilianti (il 6-0 di Napoli) la dirigenza aveva sempre scelto di far quadrato attorno allo spogliatoio, difendendolo dalle critiche esterne nella speranza di mantenere un pensiero rivolto al positivo. La rabbia della società, stavolta, ha però avuto il sopravvento su ogni altro ragionamento. E non può essere un caso se si pensa che il presidente Commisso, prima di ripartire per l’America, aveva chiesto il massimo in fatto di punti dalle sfide contro Sampdoria, Spezia e Udinese (cosa che non si è verificata, visto che quelli racimolati sono stati appena tre). Da qui, dunque, lo scossone arrivato oggi pomeriggio, alla luce di una classifica di nuovo incerta e a soli tre giorni dalla delicatissima sfida interna contro la Roma, una partita sulla carta proibitiva dove la Fiorentina è chiamata quantomeno a non perdere per mantenere un rassicurante cuscinetto sulla zona salvezza. Dopo, infatti, arriverà l’ennesimo scontro diretto, quello contro il Parma: sarà in quella occasione che Prandelli - che a tutto dovrà pensare fuorché provare a difendere lo 0-0 - conta di avere di nuovo la rosa al completo.