JUVENTUS, A Firenze senza quattro titolari
Troppo presto per depositare sentenze, la serata di Firenze qualche indizio lo fornirà, di certo sui quei ricambi originali, e costosi, che la Juve s’è data. Acquistati soprattutto per poter affrontare la combinata campionato-Champions, faranno comodo già al primo passo, contro la Fiorentina: già senza Chiellini e Zanetti, infortunati, e Sissoko (squalificato), ieri Ranieri ha perso anche Trezeguet, azzoppato da una leggera distorsione al ginocchio destro. Quattro muri portanti, mica stucchi, nell’edificio dell’anno passato. Sulle impalcature, allora, Mellberg, Poulsen, Marchisio e Amauri. Roba da ricchi, comunque. «Abbiamo aggiunto dei tasselli - ha spiegato il tecnico - vediamo se abbiamo fatto un buon lavoro. Ma non giudicateci da domani, perché non si possono fare valutazioni alla prima partita».
Giudizi ne verranno, anche perché non capita un incrocio banale, e Ranieri lo sa bene: «Affrontiamo una squadra rodata come noi, che ha fatto i preliminari. Una società che è rinata, come la Juve». Allo show non manca nulla, basta non rovinarlo: «Ai tifosi chiedo di fare il tifo, punto e basta, altre rivalità non ci devono essere: ognuno ha il diritto di andarsi a vedere una partita, rispettando gli altri ed essendo rispettato». L’anno passato la Fiorentina arrivò quarta, sbancando Torino, nel peggior momento bianconero. Adesso è in corsa per arrivare in cima: «La griglia la dà la classifica dell’ultimo campionato, più il Milan - ha aggiunto l’allenatore juventino - senza dimenticare che la Fiorentina, con la Uefa della scorsa stagione, ha già dimostrato di essere da corsa». Là davanti c’è ancora una squadra: «Noi l’anti Inter? Ringrazio chi lo dice, ma non si costruisce tutto in 24 ore. Però stiamo lavorando per arrivarci, a quel livello. Non ci possiamo ancora stare, ma ci stiamo attrezzando». Mica è una resa anticipata, però: «Noi dobbiamo ripetere il campionato scorso e possibilmente migliorarci, giocando determinati e vogliosi. Questo è il nostro dna. Solo così potremo far bene: dovremo tentare di vincere sempre, tutte le partite. Soltanto con questa mentalità vincente si fa crescere una squadra».
Aiuterà, secondo i piani, poter innestare ricambi di lusso, rispetto a una stagione fa, anche se poi Ranieri, come da manuale del buon allenatore, non fa classifiche di gradimento: «Abbiamo preso un altro attaccante (Amauri, ndr) proprio per ogni evenienza. Così ho quattro titolari, senza prime e seconde scelte». Sarà, David comunque era stato risparmiato volutamente a Bratislava per presentarlo bello riposato a Firenze, insieme a Del Piero: della premiata ditta, primo e secondo cannoniere della A, ci sarà solo il capitano. E lui, un po’, titolare si sente: «Più volte mi sono chiesto il perché del tormentone titolare o no - ha detto ieri Alex in un’intervista al nuovo canale Sky Spot 24 - ma ora ho smesso, perchè per alcune cose non ci sono spiegazioni. In ogni caso, mi sento sempre a disposizione. Ma allo stesso tempo, anche titolare». Proprio a Firenze, lo scorso ottobre, restò fuori dagli undici, e la sera anche dalle convocazioni di Donadoni: «Non è stato un periodo facile».
Undici mesi più tardi è di nuovo qui, titolare e in Champions: «Vuol dire essere ancora al top». Pazienza se ci sarà turn over: «Da qui a Natale si gioca ogni tre giorni, è impossibile tenere certi ritmi sempre». Stavolta gli starà a fianco Amauri, mentre Poulsen e Marchisio saranno la coppia centrale, testata solo nella partitella di Villar Perosa e a Bratislava. Il tutto rigorosamente indiziario, perché Mourinho avrà influenzato Ancelotti, non Ranieri: «Ha dato la formazione, ma con me cascate male». Poco male, se funziona.