GUARENTE, Dobbiamo battere la Fiorentina
Il suo nome è stato più volte accostato proprio alla Fiorentina, prossima avversaria dell'Atalanta, ma l'attenzione di Tiberio Guarente è rivolta solo alla salvezza della squadra bergamasca. La corsa continua e il centrocampista atalantino indica la strada giusta ai suoi compagni. «Il Bologna - esordisce il numero 17 nerazzurro - è il nostro punto di riferimento, sia perché è la squadra più vicina che per lo scontro diretto che ci aspetta. Dobbiamo battere la Fiorentina e sperare in risultati favorevoli: sarebbe ideale presentarsi allo spareggio con i rossoblù con un massimo di 1-2 punti di ritardo». Non sarà sicuramente facile, soprattutto dopo aver dato un'occhiata al calendario: Fiorentina in casa e Inter in trasferta, prima di ricevere i felsinei. A sentire Tiberio Guarente non bisogna essere pessimisti, dato che la squadra ultimamente ha sfruttato il fattore campo in maniera perfetta. «Il Comunale è tornato il nostro punto di forza. Abbiamo conquistato 3 vittorie nelle ultime 3 partite casalinghe: pubblico, risultati e gioco sono dalla nostra parte, dobbiamo ripetere le ultime prestazioni per poter vincere». Sottratto a qualsiasi domanda sul futuro, il centrocampista classe '85, come portavoce del gruppo, non può esimersi dal commentare la papera di Consigli contro la Roma.
«Sono errori che capitano - esclama Guarente -. La cosa brutta è che succede in un'annata caratterizzata da continue imprecisioni della squadra, che hanno portato a questa difficilissima situazione». La Fiorentina intanto è stata eliminata dalla Coppa Italia, battuta al Franchi dall'Inter (1-0). I ragazzi di Prandelli dovranno così cercare la qualificazione alla prossima Europa League attraverso il campionato, a partire dal match di Bergamo. «Quella viola - conclude Guarente - è una squadra che ha sempre fatto bene negli ultimi anni, con un costante rendimento in zona Champions, anche se quest'anno ha avuto difficoltà a causa di infortuni e per i numerosi impegni. Ci saranno due illustri ex atalantini come Prandelli e Montolivo. Speriamo si mettano una mano sul cuore».