FIORENTINA, UN PUNTO E TANTI RIMPIANTI. CON IL TORINO UNA CHANCE SPRECATA. L'ATTACCO NON INCIDE, DALLA DIFESA SEGNALI POSITIVI. MARZO, UN MESE DECISIVO: C'È UNA TABELLA DA RISPETTARE
Il punto serve per dare continuità all’ultima vittoria conquistata in casa contro la Lazio. Ma dalla trasferta di Torino la Fiorentina non raccoglie nient’altro. La classifica infatti rimane più o meno la stessa e il rammarico per quello che poteva essere ed invece non è stato, al di là delle dichiarazioni pubbliche, prevale su tutto il resto. Per come si era messa la partita infatti si poteva e si doveva fare qualcosa di più. Un tempo intero in 11 contro 10, seppur contro una squadra come quella di Juric tosta e fisicamente importante, bisognava sfruttarlo diversamente. E invece la Fiorentina non è stata capace di cambiare passo per provare a mutare la storia di un match che è scivolato su un pari senza gol. Per la prima volta in due anni e mezzo Italiano aveva confermato gli stessi calciatori che avevano giocato una gran partita al Franchi con la Lazio, ma a differenza della scorsa settimana diversi singoli non sono riusciti a ripetersi. Non è la prima volta che accade e purtroppo per la Fiorentina resta un limite. Sottil prima e Ikone successivamente hanno deluso, in avanti Belotti coperto da fischi si è battuto ma senza pericolosità negli ultimi 16 metri. In ombra anche Nico Gonzalez ed è un bel problema per una Fiorentina che dipende molto - se non in toto - dalle genialità del suo numero 10. In una sfida sporca, dura e poco lineare ci sono comunque delle note positive come Bonaventura (sta tornando su livelli importanti) e Milenkovic. A propositio di difesa: dopo aver sbandato per due mesi essere riusciti a ritrovare una certa solidità e comunque utile in vista di un mese marzo impegnativo fra campionato e Europa. A conti fatti si può essere contenti del pari? Nì. Un valore al risultato di Torino lo possono dare solamente le prossime partite.
Programma da rispettare Ci sono mille luoghi comuni e una infinità di frasi fatte nel mondo del calcio. Ad esempio è prassi comune fra calciatori e allenatori sostenere pubblicamente la tesi secondo cui non vanno stilate delle tabelle a lungo termine, meglio al contrario ragionare gara dopo gara. Sarà anche così, ma a volte è meglio fissare nero su bianco gli obiettivi da centrare non solo nel breve periodo. Avere un quadro chiaro della situazione, le prospettive e i punti da dover raccogliere a qualsiasi costo per dare un senso al percorso intrapreso è invece utile per alzare la quota di responsabilità all’interno del gruppo e magari tenere alto il livello di concentrazione. Nel caso della Fiorentina, messa da parte la partita con il Torino, è opportuno iniziare a programmare il mese di marzo contraddistinto da una serie di partite importanti e da non fallire. Fissando anche dei parametri da rispettare. In Conference League ad esempio sarebbe opportuno provare a garantirsi la qualificazione già nella sfida d’andata, in modo tale da poter affrontare il ritorno in maniera differente. Che non significa sottovalutare l’impegno ma avere più tempo e testa per concentrarsi sulle gare di campionato con Roma (in casa), Atalanta (fuori) e Milan (sempre al Franchi) dopo la pausa per le nazionali. Appuntamenti che finiranno per indirizzare e incidere in un senso o nell’altro il percorso della Fiorentina verso la qualificazione alle prossime competizioni europee. Di fatto parte dell’obiettivo stagionale si decide nel giro di venti giorni, a marzo, in un mese (insieme a quello di aprile) da sempre decisivo. Partendo dal presupposto che il massimo sarebbe mettere insieme tre vittorie, analizzando il quadro in maniera razionale la squadra di Italiano per restare pienamente in corsa e scalare posizioni dovrà garantirsi almeno 7 punti. Gli scontri diretti ora sono decisivi e non possono essere sbagliati. Fissare un programma da rispettare da adesso fino alla fine del mese è quasi normale se non doveroso. Specie per chi ambisce a traguardi ambiziosi e orizzonti di gloria.