VISTA IN TRASFERTA, Con il cuore in gola

"Vista in trasferta", ovvero tutto il racconto delle gare della Fiorentina in trasferta.
A cura di Patrizia Iannicelli
02.03.2015 16:46 di Redazione FV Twitter:    vedi letture
VISTA IN TRASFERTA, Con il cuore in gola

Archiviata la fantastica serata europea al Franchi, inizia il tour de force della tifoseria che in una settimana dovrà percorrere diversi chilometri, tra Milano, Torino e Roma. Data la storica rivalità con bianconeri, e la gara particolarmente sentita, la maggior parte dei tifosi viola decide di essere sugli spalti dello Juventus Stadium nella gara di Coppa Italia il prossimo giovedì, poche le richieste per la gara di campionato contro l'Inter a S.Siro. Un solo pullman organizzato dalle associazioni del tifo (quello dell'Atf), qualche pulmino e la maggior parte con mezzi propri. La giornata è quasi primaverile in tutto il percorso, si parte verso l'ora di pranzo per essere in tempo nel terzo anello del Meazza. Quando si arriva sotto il parcheggio adiacente al colosso di S. Siro, il sole è ancora alto.

Come sempre i tifosi viola sono posizionati nel terzo anello, costretti a vedere la propria squadra come nel gioco del subbuteo. Con molte difficoltà e pazienza si percorre con affanno e fiatone l' impervia rampa per arrivare nella "piccionaia", in quello che viene definito la"Scala del calcio", la visuale è pessima ma non si può rinunciare per così poco a sostenere la maglia viola. I 350 tifosi presenti diventano da subito un tutt'uno, i cori incessanti, le bandiere al vento e le sciarpe che fanno da coreografia, danno l'impressione di essere un numero maggiore, e colorano l'intero settore. All'entrata in campo dei ragazzi viola, solo la voce dello speaker che annuncia le formazioni ed i nomi che scorrono sul tabellone, danno la conferma di una squadra inusuale, con un massiccio turn over che lascia qualche perplessità. Sette diversi giocatori dalla gara contro il Tottenham, con Neto tra i pali difesa a quattro con Tomovic Savic, Rodriguez, Pasqual, centrocampo a tre Kurtic, Badelj, Aquilani, Diamanti, dietro ad Ilicic,e Babacar

I cori di quel nugolo di tifosi viola surclassano l'intero stadio, anche per le diverse occasioni dei viola , netta quella di Babacar che non sfrutta un cross di Pasqual. Ma il primo brivido che blocca il respiro è il tiro di Guarin che colpisce la faccia esterna del palo alla destra di Neto. Prima dell'intervallo la prima sostituzione per infortunio di Babacar, entra il super acclamato Salah. La prima fase di gioco scorre in maniera equilibrata, ma l'intervallo arriva provvidenziale per riprendere fiato. Nella ripresa la Fiorentina attacca sotto il settore viola, più propositiva in fase di attacco, l'Inter in affanno cerca di arginare le azioni dei gigliati. Al decimo un' incursione di Pasqual in area viene respinta dal portiere nerazzurro Handanovic, la palla arriva a Salah che impeccabile manda in rete e in delirio un groviglio impazzito di tifosi.

Da questo momento la gara diventa incredibile e surreale, senza un attimo di tregua . Dalla parte opposta Icardi cerca il contatto con Tomovic per il rigore che l'arbitro non concede. Secondo cambio per Montella che inserisce Joaquin al posto di Diamanti, le azioni rimbalzano da una parte e l'altra del campo. La tensione è altissima ma diventa disperazione quando Montella non si rende conto che Tomovic resta a terra per un contatto con Palacio, effettua il terzo cambio con Vargas al posto di Aquilani. Sconvolti e increduli, i tifosi dalla loro posizione si rendono conto della leggerezza dell'allenatore, che con l'uscita di Tomovic lascia la squadra in dieci, una mossa ingenua ed avventata che potrebbe portare a gravi conseguenze. Purtroppo ancora un infortunio, questa volta di Savic costretto anche lui a lasciare il campo, con la squadra che resta in nove uomini.

Lo sgomento è palpabile, mancano tre minuti più l'interminabile recupero di sei infiniti minuti. E' quasi impossibile raccontare e scrivere la totale agonia delle lancette immobili, il display che con la lentezza scandisce i secondi, gli occhi che come in un campo da tennis rimbalzano tra il campo e l'orologio. Qualcuno si presta a fare il conto alla rovescia al resto della curva secondo per secondo, nel frattempo in campo un super Neto neutralizza un colpo di testa di Palacio.

L'adrenalina è ai massimi livelli, le coronarie quasi a scoppiare, il cuore in gola. Poi finalmente il fischio finale e l'urlo liberatorio che termina con gli abbracci e le urla di tutti i presenti. Una gioia che molti dei tifosi aspettavano dal 2000, 15 anni e 13 sconfitte piene di amarezze e delusioni, spazzate in una serata che resterà nella storia gigliata così come quei nove mitici eroi che hanno fatto un'autentica impresa. Cori e slogan per il nuovo idolo Mohamed Salah, arrivato da sconosciuto e diventato subito un beniamino, ma applausi per tutti che festeggiano con un abbraccio virtuale sotto il settore ospiti.