RONCAGLIA COSTA CARO, BERNA UNA FORTUNA. ARBITRO SCANDALOSO

Il commento tecnico
27.11.2015 00:00 di  Enzo Bucchioni  Twitter:    vedi letture
RONCAGLIA COSTA CARO, BERNA UNA FORTUNA. ARBITRO SCANDALOSO
FirenzeViola.it
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Se è vero che le difficoltà fortificano, a forza di tante, continue difficoltà la Fiorentina dovrebbe far paura. E un po’ di paura la fa. E’ stata un’altra serata difficile, complicata da spiegare, dove restano in mente degli episodi e si rischia di perdere di vista una squadra straordinaria nel gioco e nelle qualità morali che purtroppo porta a casa soltanto un pareggio per colpa di eventi negativi.

La Fiorentina avrebbe meritato di vincere, anzi aveva già vinto, sfoderando gioco, classe, personalità, energia e voglia. Una squadra armoniosa, bella a vedersi, con alcune punte di eccellenza come Bernardeschi (sempre più bravo, al di là del gol), Borja Valero, lo stesso Ilicic. Una squadra capace di andare oltre anche ad un arbitraggio ridicolo che al terzo minuto l’aveva privata di un rigore nettissimo per un fallo di mano in area su una magia di Ilicic.

Il Basilea non è mai stato un problema, la Fiorentina ha dovuto arrendersi al pari inutile, solo per il fuoco amico. Più degli svizzeri, più dell’arbitro ha fatto un gesto assurdo, incredibile, inaccettabile di Facundo Roncaglia. La Fiorentina era già in vantaggio, stava facendo un possesso palla straordinario con verticalizzazioni che mettevano sempre in difficoltà la difesa svizzera, quando Facundo per vendicarsi di Embolo che gli ha tirato la maglia nel contendergli una palla innocua, si è lasciato andare a una gomitata in pieno volto all’avversario con il campo aperto alle telecamere e all’arbitro. Rosso.

Un black out inaccettabile per un professionista e mi dispiace dirlo. Facundo è uno di quei giocatori che non molla mai, grintoso, anche cattivo quando serve, è simpatico per il suo atteggiamento, ma così non si può. Non si può non pensare, non avere la testa collegata, e non sapere che un gesto del genere costa e costerà carissimo. Non sono solo l’espulsione e la squalifica (mi aspetto 4 giornate), ma la Fiorentina in dieci ha subito il pareggio, non potrà più conquistare il primo posto del girone con una già discreta rimessa economica e ora rischia il futuro in Europa League.

La mancata conquista del primo posto, ormai matematica, sottoporrà la squadra viola a un sorteggio più difficile, non sarà testa di serie, quasi sicuramente si prenderà una delle otto squadre escluse dalla Champions e rischia di finire fuori dall’Europa ai sedicesimi con un enorme danno economico e di immagine. In pratica un disastro.

Senza contare poi che per preparare questa vittoria Sousa aveva preservato i migliori e la Fiorentina bis aveva lasciato due punti all’Empoli.  Infine lo sforzo psicofisico che tutta la squadra ha dovuto sostenere per un tempo e mezzo rischia di creare dei problemi anche nel recupero psicofisico per la sfida di lunedì con il Sassuolo. Un conto è la fatica positiva che stava accompagnando i viola, un altro questo stress eccessivo e alla fine inutile per il risultato. Un’espulsione che genera una valanga.

E pensare che il povero Roncaglia, già noto per altri black out anche tattici, era stato rilanciato proprio da Sousa che gli aveva dato una possibilità importante, aveva riconquistato la nazionale argentina. Insomma, una autentica sciagura e il contratto in scadenza rischia di non essere rinnovato. O se rinnovato, sarà difficile che Roncaglia possa continuare  in una squadra che vuol provare a vincere.

A questo punto il nuovo difensore dovrà arrivare prima possibile, meglio se la Fiorentina riuscirà a comprarlo nelle prime ore del calciomercato per averlo pronto alla ripresa del campionato. Un Roncaglia così approssimativo, con poca tranquillità, è un autentico rischio.

Dalle difficoltà però, diciamolo, è venuta fuori un’altra grande prestazione di carattere della Fiorentina che dopo aver dato lezione di gioco, si è organizzata in dieci riuscendo comunque a gestire, ha perfino raddoppiato, ma alla lunga la stanchezza ha fatto perdere lucidità su due palle inattive.

Fra l’altro, il primo gol svizzero era in fuorigioco, ma l’arbitro e i suoi assistenti si sono dimostrati non all’altezza di una gara del genere. Kalinic è stato picchiato per tutta la sera e solo al settimo fallo il suo marcatore è stato ammonito. I viola, invece, hanno preso il cartellino con molta più facilità. Molti i falli rovesciati, palese la difficoltà di farsi rispettare, l’arbitro non ha mai mostrato carisma e autorevolezza.

Restano ancora da coccolare i primi venticinque minuti con una formazione (per la prima volta in stagione ho azzeccato tutti gli undici iniziali: un record, ho capito Sousa) piena di uomini d’attacco (Kalinic, Ilicic, Berna), Borja regista offensivo, Alonso a spingere sulla sinistra, con due mediani a chiudere e riproporsi.

Un’orchestra capace di suonare grande calcio. Kalinic e Borja hanno cominciato alla grande, Ilicic era ispirato, ma tutto funzionava benissimo.

Una parola in più però va spesa ancora per Bernardeschi che ha segnato una doppietta e regalato un’altra prestazione da gigante. Fa bene Conte a portarlo all’Europeo come ha in testa, questo ragazzo può dare energia e qualità anche all’Italia. Ieri sera ha corso come un matto in un ruolo non suo (esterno destro) e segnato il primo gol con la freddezza dei campioni. Solo davanti al portiere, ha beffato l’estremo difensore anticipando con il sinistro un pallone che andava colpito con il destro. Il raddoppio è un assist bellissimo di Kalinic che ha tirato su di se l’intera difesa, ma nel posto giusto Berna c’era.

Questo ragazzo deve continuare così, con questa umiltà, con questa modestia, con questa passione. Se riuscirà a gestire la popolarità che gli sta arrivando, prestissimo diventerà non solo un campione, degno del dieci, ma anche un uomo mercato dal valore stratosferico in rapporto ai suoi 21 anni.

Gli altri sono tutti da elogiare per la volontà di continuare a giocare, di tenere il campo con dignità e addirittura di provare a vincere nei minuti finali con due cambi di Sousa (Babacar e Gilberto) tesi all’ultimo sforzo decisivo. Niente da fare. Peccato. Evidentemente quest’anno l’Europa League è sfigata e il Basilea (andata black out di Gonzalo) porta male ai viola. Comunque la qualificazione è quasi certa, basta un pari in casa con il Belenenses.