QUEI PERICOLOSI BLACK-OUT

23.04.2017 11:00 di  Andrea Giannattasio  Twitter:    vedi letture
QUEI PERICOLOSI BLACK-OUT
FirenzeViola.it
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews

Probabilmente anche Paulo Sousa sa bene che al di là del risultato e degli exploit di Babacar e Vecino sono in generale pochi i lati positivi del successo di ieri contro l’Inter. Certo, è arrivata l’ennesima vittoria casalinga contro una big (in questa stagione già Juve e Roma hanno dovuto lasciare al Franchi l’intera posta in palio, con Napoli e Milan che ci sono andate vicinissimo), la classifica potrebbe all’improvviso rifarsi interessante, eppure c’è un aspetto sul quale è impossibile poter sorvolare. E questo fa capo ovviamente alla tenuta difensiva, soprattutto a livello psicologico che per ciò che riguarda il piano tecnico.

La rimonta infatti che ha subìto la Fiorentina negli istanti finali di gara, che ha portato Icardi a segnare due gol nell’arco di 120” ed Astori a salare in extremis il risultato su un missile terra-aria di Brozovic al 94’, è un dato che deve fare riflettere, soprattutto perché in casa viola quest’anno rappresenta un dejavu che ha già provocato danni incalcolabili. Già in altre due occasioni la squadra viola quest’anno ha subito in rapida sequenza più di un gol da parte degli avversari: la prima volta (ma lì fu una rimonta indolore) è avvenuto a Cagliari lo scorso 23 ottobre, quando prima Capuano e poi Borriello riaprirono all’improvviso i giochi di un match (terminato poi 3-5) che sembrava ormai archiviato già ad inizio ripresa. 

La seconda, ben più grave, è decisamente più fresca ed è ovviamente la debacle interna che la Fiorentina ha avuto il 23 febbraio (esattamente due mesi fa) contro il Borussia Mönchengladbach, quando le reti Stind (doppietta) e Christensen capovolsero il vantaggio viola estromettendo i gigliati dalla corsa verso gli ottavi di finale di Europa League. Con ieri, dunque, salgono a tre i clamorosi black-out mentali che hanno visto quest’anno la Fiorentina protagonista (specie quando di mezzo ci sono le palle inattive...), uno sport decisamente autolesionista sul quale Sousa è chiamato a porre rimedio. Anche se viene da sorridere nel pensare di spiegare i difetti di una squadra, il cui tecnico è ormai in guerra aperta col mondo e già con le valige in mano.