INCOMPRENSIONI

27.05.2017 00:00 di  Tommaso Loreto  Twitter:    vedi letture
INCOMPRENSIONI

Venerdì 26 maggio 2017 è una data destinata a essere ricordata. Fioccano le dichiarazioni, sui social esplodono discussioni e divisioni, all'interno della Fiorentina è una sorta di tutti contro tutti, almeno a giudicare dalle ultime parole del capitano in partenza. La proprietà ribadisce la propria linea, la tifoseria replica a stretto giro e con toni assai difficili da discutere. Nel mentre il botta e risposta tra Corvino e un Gonzalo Rodriguez sostenuto da tutto lo spogliatoio, rappresenta alla perfezione quello che a Firenze non si riesce più a sopportare. 

Perchè poi un simbolo come l'argentino, un giocatore che nell'ultima annata avrà avuto anche un calo, ma che dal suo primo giorno ha incarnato come pochi altri un ciclo sportivo che ha regalato soddisfazioni, debba andarsene in lacrime e con tanto di recriminazioni al veriolo è difficile comprenderlo. Certamente la verità starà chiaramente nel mezzo, come sempre, però nei fatti siamo (di nuovo) dinanzi all'ennesimo addio al veleno come tanti altri. 

L'ennesimo aspetto di una divisione interna, che si rispecchia fuori. Ben poco gradevole, e nel caso del tecnico tirata avanti troppo a lungo (dando così la sensazione di una proprietà lontana e poco decisionista) che si somma ai tanti aspetti mal gestiti negli ultimi anni. Una sequenza di errori purtroppo più lunga di quei "pochi" ammessi dallo stesso Andrea Della Valle. Di fatto la vera radice da dove nasce il malumore della maggioranza della città (possibile non venga riportato, chiaramente, cosa sta accadendo a Firenze?) e il punto da cui far partire le analisi piuttosto che le rese.

Una maggioranza che ha smesso di andare allo stadio e che, anche in tempi di fortune in termini di risultati, ha avuto da ridire. Quella che sostanzialmente chiede soprattutto il rientro in trincea dei fratelli marchigiani, così come lo chiedeva per la vicenda Sousa o nel mercato invernale di un anno e mezzo fa. D'altronde il comunicato dei tifosi lo spiega assai bene e in modo molto incisivo, come meglio non poteva fare. Delegare è inevitabile, è chiaro, ma talvolta solo i proprietari possono e devono dettare la linea da tenere. Quanto meno nel calcio dove una gerarchia di decisioni è quasi sempre troppo lenta e troppo lunga da affrontare.

Ancora una volta, mentre non mancherebbero gli spunti per ricompattarsi e tracciare una nuova strada da affrontare, la divisione si fa ancora più ampia sostanzialmente per incomprensioni. Che adesso, a prescindere da tutto, frenano qualsiasi ripartenza e qualsiasi intervento su vicende imminenti come il rinnovo di Bernardeschi. Incomprensioni presenti e future, con inevitabili ripercussioni su ogni aspetto, dallo stadio a un'eventuale cessione per la quale, comunque, al momento non appaiono acquirenti.

Incomprensioni che spingono i Della Valle (soprattutto Andrea visto che Diego si era già da tempo defilato) a farsi da parte e incomprensioni di un popolo fiorentino che vorrebbe soltanto più attaccamento e più presenza nella gestione di una Fiorentina che non potrà mai essere semplicemente un'azienda.