IL COMMENTO TECNICO: UN PUNTO FREDDO, FIORENTINA VALI DI PIÙ. RICHARDS IN CAMPO

Firenzeviola.it ospita come sempre al termine di ogni partita giocata dalla Fiorentina il commento di Enzo Bucchioni, prestigiosa firma del QS e già nostro editorialista, per approfondire la prestazione della squadra di Montella
01.02.2015 00:00 di  Enzo Bucchioni   vedi letture
IL COMMENTO TECNICO: UN PUNTO FREDDO, FIORENTINA VALI DI PIÙ. RICHARDS IN CAMPO
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Siamo combattuti tra un punto che fa sempre comodo e tre punti che dovevano essere e non sono stati. Insomma, la delusione c’è, inutile nasconderla. Inutile nascondere anche l’ennesima partita senz’anima di una Fiorentina che fatica a tenere alta la tensione agonistica e non trova una accettabile costanza di rendimento. Sembra di essere sulle montagne russe, ora bene, ora male, ora bene, ora male… E via di questo passo. Quando è sul punto di decollare, di maturare, di acquisire consapevolezza e autostima, spesso questa squadra si ferma. Frena.

Dopo il pareggio con la Roma, quel primo tempo fantastico, sinceramente ci aspettavamo molto di più contro un Genoa pieno di assenze e senza un attaccante di ruolo.

Purtroppo la Fiorentina ancora una volta ha sbagliato approccio alla gara, ha subito la maggiore velocità e la maggiore aggressività del Genoa che hanno impedito ai viola di ragionare e di fare il solito gioco fatto di fitti passaggi e di possesso palla.

Non ci è piaciuto neppure lo schieramento scelto da Montella, troppo esposto agli attacchi e al gioco del Genoa che usa moltissimo le fasce, abitualmente occupa il campo in tutta la sua larghezza.

Per contrastare questo modo di giocare e questo schieramento sarebbe stato logico schierare la difesa a quattro, Montella ha preferito ancora il 3-5-2, ma l’errore è stato quello di aver messo sugli esterni due giocatori (Joaquin e Vargas) che non sanno difendere. La velocità di Niang sulla sinistra ha messo in crisi Joaquin e Tomovic, sulla destra i tempi di Sturaro hanno mandato all’aria le chiusure di Vargas. Da qui è venuto il gol, preparato sull’altra fascia.

Se Montella vuol continuare a difendere a tre (Gonzalo si trova meglio) nella gara di ieri avremmo messo Richards al posto di Joaquin con lo spagnolo seconda punta vicina a Babacar. In questo modo almeno su una fascia la Fiorentina poteva opporre più fisicità e velocità. Poi, all’occorrenza, abbassando Richards si poteva anche passare alla difesa a quattro con Basanta a sinistra, Tomovic e Gonzalo centrali e Richards a destra.

Comunque ci sembra un piccolo delitto lasciar fuori il difensore inglese apparso in grande forma, dotato di corsa e reattività che non appartengono a tanti viola.

Ecco, questo è un problema. Ci sono in questa squadra alcuni giocatori un po’ svuotati come Mati Fernandez, ma anche lo stesso Borja Valero ieri ha faticato a entrare in partita. Badelj non è Pizarro e lo sapevamo, ha giocato un tempo poi non essendo al meglio e non  avendo novanta minuti, è sparito dal campo.

L’esordio di Diamanti dal primo minuto ci poteva stare, il giocatore si è impegnato, non ha ancora il ritmo gara, ma tornerà molto utile. Ci è piaciuto meno Babacar al quale chiediamo un atteggiamento meno distaccato e più rabbia: quando si perde la palla è buona norma non fermarsi e rincorrerla. Di sicuro chi ha la sua età lo deve fare.

Abbiamo capito perché Gomez è rimasto in panchina, martedì c’è una gara importantissima per la coppa Italia con la Roma, ma nell’ultimo quarto d’ora lo avremmo comunque messo dentro, nell’area affollata del Genoa in dieci poteva trovare la zampata. Ma entrare avrebbe tenuto alta la sua tensione agonistica anche in vista di martedì. Gilardino è appena arrivato, forse poteva aspettare ancora un po’ per trovare una condizione migliore.

Le note positive arrivano ancora da Tatarusanu, un paio di parate importantissime, compresa l’ultima su Perotti che poteva costare la partita. Siamo contenti anche della reazione che comunque la Fiorentina ha avuto dopo essere andata in svantaggio. Piccole cose alle quali ci aggrappiamo per cercare di capire questi alti e bassi e sperare che prima o poi si trovi un rendimento costante.

A parziale giustificazione c’è anche l’addio improvviso di Cuadrado. Sicuramente qualche ripercussione la squadra l’ha avuta sotto l’aspetto ambientale-psicologico, ma anche sotto l’aspetto tecnico-tattico. I centrocampisti erano abituati a cercarlo, il suo movimento a pendolo, da destra a sinistra dell’attacco, garantiva delle soluzioni. Poi Cuadrado, tenendo palla, cercando l’uno contro uno, faceva respirare o dava superiorità numerica.

Il colombiano non c’è più, qualcosa andrà cambiato e dovrà pensarci l’allenatore. Altri giocatori (Salah in testa) arriveranno, la squadra era e resta competitiva per le ambizioni europee, ma non vorremmo più vedere queste partite non-partite, la Fiorentina deve dare di più.

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